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Carlo Bertini / Roma«Voglio lanciare un allarme per la democrazia italiana, peso le parole, non voglio usarle a vanvera: abbiamo diciassette giorni per cambiare la storia del nostro Paese ed evitare che l'allarme per la democrazia italiana diventi realtà». Camicia bianca e cravatta rossa, Enrico Letta suona la sirena e paventa «uno scenario da incubo» in un videomessaggio rivolto a tutti i candidati del Pd nei collegi uninominali, uno scenario in cui la destra potrebbe cambiare da sola la Costituzione, facendo diventare l'Italia una repubblica presidenziale. Timore cui la Meloni replica tendendo la mano in segno distensivo con la proposta di una «bicamerale per le riforme» da fare insieme, maggioranza e opposizione. Una proposta per rasserenare il clima, un antidoto all'allarme del leader dem.Letta comunque suona la carica: «In quei 221 collegi si gioca la partita. In questi giorni dobbiamo lottare tutti per farne diventare sessanta contendibili. Una crescita nostra permette di vincerli; se Conte o Calenda crescono, vince la destra». Una carica che il leader dem fa risuonare anche da Piazza Santissimi Apostoli, culla dell'Ulivo, dal palco che lo vede assieme a Zingaretti, Gualtieri e ai candidati romani, palco dove rievoca l'ultima frase di Berlinguer nel fatidico comizio a Padova, sulla battaglia «strada per strada, casa per casa».La posta in gioco è alta e il leader dem prova a sfatare tre scenari in auge, deleteri per il centrosinistra. «La prima percezione sbagliata è il clima da liberi tutti, che la destra abbia già vinto. Il rischio è che invece che un voto utile si scelga un voto della leggerezza. Un voto alle liste di Conte e Calenda è un aiuto alla vittoria della destra». A questo refrain che sia «inutile combattere», fa fronte il secondo, «che non governeranno, si squaglieranno si rimescoleranno le carte in parlamento. Sbagliato anche questo. Terzo, che l' Europa ci salverà. Non ci salva qualcun altro, sta a noi oggi salvare noi stessi». Ma basta l'allarme sul «rischio democratico» ad attirare su Letta gli strali della destra e anche di Renzi e Calenda, i principali suoi bersagli, «perché un più 4% a Calenda o a Conte, tolti a noi, consentono alla destra di superare il 70%. Viceversa ci consentirebbe di riportare la destra sotto il 55% e di rendere contendibili le elezioni».Matteo Renzi come sempre è caustico: «L'unico che sta facendo campagna elettorale per la destra si chiama Letta. Ha cominciato chiedendo di aumentare le tasse, ha proseguito attaccando noi, ha restituito alla vita il Movimento 5 Stelle e le sta sbagliando tutte dicendo che non è per il Jobs act, cioè per il lavoro, ma per il reddito di cittadinanza». Calenda domanda perfido: «Ma quindi avete già perso? Bloccheremo noi la destra sul Senato al proporzionale, per andare avanti con l'Agenda Draghi e con Draghi stesso». Tagliente Giorgia Meloni: «Il Rosatellum è la peggiore legge elettorale? È stata scritta dal Pd...». --© RIPRODUZIONE RISERVATA