L'architettura diventa digitale grazie allo studio del metaverso

veneziaIl futuro avanza veloce. Fino a poco tempo fa la stampa 3D sembrava inconcepibile, ma ora è già stata superata. Le frontiere dell'immaginazione adesso sono quelle del metaverso, un mondo parallelo, con proprie infrastrutture digitali, che si sta espandendo sempre di più. A Venezia, per esempio, il metaverso è entrato ufficialmente nel master in Architettura digitale dell'Università Iuav, che forma professioni nuove che saranno sempre più richieste tra qualche anno. Utilizzato soprattutto per l'arredamento di interni, il metaverso permette ai futuri clienti di provare l'effetto del materiale scelto per arredare un locale o cosa si prova in uno yacht.Sono infatti questi i settori dove l'architettura digitale è utilizzata, ma non solo. «Ci occupiamo da 5 anni di tutte le tecnologie più avanzate» spiega Fabio D'Agnano, responsabile scientifico del master Madi, che quest'anno propone una formula diversa: un corso internazionale di primo livello (con scadenza il 16 gennaio) e standard (secondo livello con scadenza 14 ottobre). «La questione della tecnologia e delle infrastrutture che racchiude il metaverso è fondamentale. Grazie al metaverso, abbiamo la possibilità di simulare un ambiente che non esiste. Il progettista può sperimentare come potrebbe essere uno spazio o mostrare al pubblico l'impatto di un progetto grazie alla simulazione». Fino a che punto funziona? In teoria non ci sono limiti. In Olanda esiste un museo realizzato in questo modo, che si chiama "The Kremer Collection", ovvero accessibile soltanto mediante la realtà virtuale, quindi con l' "oculus" (gli occhialoni) che serve per entrare dentro al metaverso. «Anche in questo caso si deve progettarlo, ma si può sfruttare il fatto che non ci sono limiti. In questo caso i quadri si potevano vedere anche nel retro», prosegue D'Agnano, che tuttavia pensa che il metaverso non sostituirà mai il bisogno umano di condividere anche fisicamente uno spazio. «Le persone che frequentano il master, generalmente vanno per il 95% all'estero, dove viene più sfruttata questa tecnologia, ma poi molti tornano». Londra è il cuore del metaverso, per quanto riguarda l'architettura, ma anche a Venezia gli studi e la pratica formano nuove professioni che, oggi come oggi, vengono inseriti in contesti di vendita. Grazie a loro i clienti sperimentano prima la casa che vorrebbero, scelgono il materiale, decidono l'arredamento. L'architetto non è più al centro, ma lo è il progetto che viene realizzato insieme, grazie alle simulazioni nel metaverso. Che l'architettura digitale abbia un futuro, lo dimostrano anche i premi che gli studenti stanno ricevendo, come gli ultimi assegnati allo Iuav al celebre Festival 3D a Vienna, dove si discute di metaverso e infrastrutture. «Su sette premi, nell'ultima edizione due sono andati ai nostri studenti, in sostanza tutti i premi per studenti, quello per il miglior film di Boris Cassata e quello per la migliore immagine a Vincenzo Sardone». --VERA MANTENGOLI© RIPRODUZIONE RISERVATA