Esplosioni alla centrale «Situazione insostenibile»

ZaporizhzhiaNessuna pace per Zaporizhzhia. Da poco il sole si è alzato sull'Oblast più martoriato in questa fase della guerra. Alcuni lampi, boati a seguire, si concentrano sempre lì, dalle parti di Energodar, sul territorio controllato dalle ruppe di Mosca dove si erge la centrale nucleare più grande d'Europa. La gente del posto si alza di soprassalto, le piattaforme social si intasano di allarmi e immagini piene di fuoco, è un nuovo bombardamento. Ancora una volta troppo vicino all'impianto dove la esile task force permanente dell'atea, l'agenzia atomica Onu, è rimasta per presidiare la salute dello stabilimento. Poco dopo escono i dispacci, che raccontano di una una potente esplosione sentita nella città, poi il black out. Il sindaco Dmytro Orlov riferisce di una potente esplosione: «Subito dopo la corrente elettrica e l'acqua sono state interrotte contemporaneamente». Tutto questo nel giorno in cui l'agenzia Onu rende noto il risultato della missione iniziata il 1 settembre, ha osservato danni in diverse zone causati dagli «eventi segnalati» in relazione al conflitto, «con alcuni dei danni vicino agli edifici del reattore», afferma l'Aiea nel suo rapporto di 52 pagine diffuso questo pomeriggio. Gli esperti, prosegue il testo, «hanno osservato che alcuni lavori di riparazione erano già stati effettuati o erano in corso per alcuni dei danni e hanno notato che ulteriori lavori sarebbero necessari per riparare tutti i danni causati». L'Agenzia chiede di fermare i bombardamenti sull'impianto e nei suoi; dintorni per mantenere l'integrità fisica dell'impianto e dunque di stabilire «una zona di sicurezza». «L'attuale situazione» nella centrale nucleare di Zaporizhzhia «è insostenibile», afferma Aiea nel rapporto diffuso ieri. «È la prima volta che un conflitto militare si è svolto tra le strutture» di una centrale nucleare di queste dimensioni. «Un incidente nucleare può avere un serio impatto nel Paese e oltre i suoi confini», prosegue il rapporto degli ispettori dell'Onu, sottolineando che nell'area dell'impianto sono stati registrati diversi episodi che «hanno violato i principi di sicurezza nucleare». Di conseguenza, «in attesa della fine del conflitto e del ristabilimento di condizioni stabili, c'è bisogno urgente di misure temporanee per evitare che un incidente nucleare sia provocato dai danni fisici causati da strumenti militari». L'Aiea chiede quindi di «l'immediata creazione di una condizione di sicurezza nucleare e di una zona di protezione di sicurezza». Petro Kotin, presidente di Energoatom, l'ente statale di Kiev per l'energia nucleare, afferma che la missione dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica, ha un mandato limitato per cui non può pretendere che la Russia ponga fine alla sua «occupazione» dell'impianto, che costituisce «la radice del problema». Per questo, occorrerebbe invece avviare una missione di pace con la partecipazione dei caschi blu dell'Onu. Kotin ha definito la situazione della centrale «molto pericolosa» e senza precedenti a causa dei danni alle linee elettriche che la collegano alla rete elettrica ucraina. Inoltre, ha aggiunto, le autorità di Kiev si aspettano di ascoltare dall'Aiea qualcosa di più di «semplici espressioni di preoccupazione». Prosegue sugli antri fronti la controffensiva ucraina, da Kherson a Karkhiv. Mentre gli occhi restano puntati su Zaporizhzhia, il conflitto avanza. Dopo il successo simbolico dello stop al referendum in programma a Kherson per l'annessione alla Russia, le forze ucraine hanno rivendicato un'ulteriore avanzata della controffensiva, che trova conferme anche dal Pentagono. Per il consigliere presidenziale Oleksiy Arestovych, «dall'inizio dell'operazione di liberazione del sud dell'Ucraina, l'esercito ha ripreso diversi insediamenti sulla sponda occidentale del Dnepr» e nelle prossime settimane sarà in grado di accerchiare il nemico sulla sponda opposta del fiume, iniziando a ricacciarlo indietro. Una scommessa che si affianca ai progressi rivendicati sul fronte orientale, mentre un consigliere di Kiev ha detto di aspettarsi a breve l'annuncio di «grandi notizie dal presidente Zelensky sulla controffensiva nella regione di Kharkiv». E intanto, anche la resistenza continua la sua battaglia. A Berdyansk, sul mar d'Azov vicino a Mariupol, il comandante russo della città «occupata» è rimasto gravemente ferito dall'esplosione di un'autobomba in pieno giorno e in pieno centro. --© RIPRODUZIONE RISERVATA