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Luigi GrassiaNell'inverno che si avvicina, il piano di razionamento del gas predisposto dal ministro Cingolani (temperature obbligatoriamente più basse nelle case e termisifoni accesi per meno tempo) ha forti probabilità di rivelarsi necessario: «Anche se gli stoccaggi ormai sono pieni all'82,5% - dice Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia - c'è il rischio concreto che nel mese di gennaio l'Italia si ritrovi a corto di metano». Questo perché le riserve, di regola, coprono metà del fabbisogno invernale, mentre il resto deve arrivare dalle forniture regolari, che ora sono il puno dolente. «La Russia - calcola Tabarelli - ci forniva 29 miliardi di metri cubi all'anno. Ne ha sostituiti 20, ce ne mancano ancora 9. Il governo con questo piano valuta di risparmiare da 3 a 6 miliardi di metri cubi, i numeri sono comunque tirati. Quando la compagnia russa Gazprom dice che l'Europa, anche con le riserve di gas piene, rischia un inverno al freddo, non fa terrorismo psicologico, dice una cosa scontata». Tabarelli è convinto che per gli italiani l'inverno he arriva sarà il più freddo da molti anni in qua, e non per ragioni meteorologiche; per affrontarlo si è attrezzato con una stufa a Gpl. Segnala un problema: «Chi ha i soldi per riscaldarsi potrà ricorrere alle stufette elettriche, agli impianti a pompa di calore, alle stufe a pellet o Gpl. A restare davvero al freddo saranno le famiglie più povere. Questo non è giusto»,Anche Giulio Sapelli, economista ed ex consigliere di amministrazione dell'Eni, pur senza contestare la necessità per l'Italia di prepararsi al peggio, individua nel piano del governo alcune pecche: «Per funzionare presuppone una quantità impossibile di controlli e di controllori, e addossa troppe responsabilità ai comportamenti degli individui. Io invece affiderei le iniziative di risparmio ai Comuni, anziché ai singoli cittadini, e proibirei gli eventi sportivi e gli spettacoli in grandi ambienti riscaldati». Anche Sapelli deplora il rischio (o la certezza) che siano i poveri a pagare quasi tutte le conseguenze della guerra e delle sanzioni. Approva comunque la filosofia di base del piano di razionamento: «Bisogna assolutamente preservare le forniture di energia alle aziende, altrimenti siamo tutti spacciati».Luigi Paganetto, economista, ex presidente dell'Enea (leggi: nuove tecnologie e energie alternative) e fondatore del Gruppo dei Venti, istituito con l'ambizione di dare indicazioni economiche al prossimo governo, esprime due obiezioni riguardo al piano di razionamento. «Mi sembra che faccia troppo affidamento sull'imposizione di regole e controlli, mentre io da economista credo di più nell'influenzare i comportamenti con incentivi e disincentivi. Le regole sulla temperatura e sugli orari di accensione dei termosifoni sono troppo facilmente aggirabili, pensiamo agli edifici che non hanno riscaldamento centralizzato». Secondo Paganetto una maniera intelligente di utilizzare la proverbiale "mano invisibile", cara agli economisti, sarebbe in questo caso «offrire uno sconto sulle bollette a quegli utenti del gas che da un mese all'altro riducono i consumi. Questo sarebbe un incentivo forte a risparmiare energia, senza bisogno di sguinzagliare chissà quanti controllori. Oltretutto, questo metodo aiuterebbe a controllare i risultati del razionamento di mese in mese, mentre la formulazione attuale del piano non permette di fare stime di efficacia, si dice che i risparmi saranno da 3 a 6 miliardi di metri cubi di metano, sono previsioni troppo aleatorie». Il professor Paganetto ha anche una convinzione che, entro certi limiti, si può considerare rassicurante: «Il governo fa bene a preparare piani per un'eventuale emergenza, ma il razionamento è una scelta che si fa solo se necessaria, e io non credo che lo sarà. Già molto anni fa, ben prima che scoppiasse la guerra in Ucraina, l'allora ad dell'Eni Paolo Scaroni disse che «Putin è il più grande esperto che esista di mercato del gas». Io credo che Putin abbia interesse a minacciare il blocco delle forniture ma senza arrivarci davvero, allo scopo di far salire il prezzo e l'incasso della Russia. Perciò credo che quest'inverno in Italia e nel resto d'Europa affronteremo un problema di prezzo del metano ma non di mancanza fisica della materia prima». --© RIPRODUZIONE RISERVATA