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CESSALTO«Quella strada è pericolosa e nessuno che si metta qui con un autovelox».I residenti di via Callunga non hanno dubbi dopo l'ennesimo incidente: sulla strada lungo cui vivono non c'è nessuno che rispetti i limiti di velocità, tanto che in dieci anni si sono verificati tre incidenti mortali. «Perché le forze dell'ordine non fanno controlli anche qui? L'ultimo incidente c'è stato quattro mesi fa, una ragazza è andata dentro il fosso ed è viva per miracolo», le parole dei residenti. La rabbia dei cessaltini, che avevano appena visto un'altra vita spazzata via da un momento di distrazione, ne ha anche per la pista ciclabile realizzata nei decenni scorsi proprio accanto alla strada dove si è verificato l'ennesimo sinistro: «Se l'è mangiata tutta l'erba, così biciclette e pedoni adesso devono camminare sul ciglio della strada. Questa strada è pericolosa, e lo dicono anche i numeri: in dieci anni sono morte tre persone, quattro con il povero Nicola. Siamo stanchi, serve fare qualcosa per evitare che si ripetano tragedie così tremende», protestano.La strada in questione, la provinciale 163 che collega San Stino all'area della zona industriale sud di Motta, è composta in tutta la sua lunghezza di tre tronconi di rettilineo che in tre chilometri di distanza fa appena due curve, se non si considerano quelle del ponte sull'A4. A neanche duecento metri dal luogo dello schianto fatale continuavano anche ieri, a sole poche ore dalla tragedia a transitare i camion che si dirigevano fra Venezia e Trieste. Su quella strada, gli ultimi lavori di messa in sicurezza sono stati fatti nel dicembre 2019. --N. B. © RIPRODUZIONE RISERVATA