I programmi
Niccolò Carratelli /RomaIl «soldato» Giorgia Meloni, come lei stessa si è definita intervistata dal settimanale "Chi", è una che «combatte per raggiungere gli obiettivi». E allora vale la pena vedere quali sono, scorrendo le 40 pagine scarse del programma di Fratelli d'Italia. Un «piano di volo», viene definito in premessa, in cui si «individua una meta, si traccia la rotta, e si prepara la partenza». Un piano sintetico, se paragonato alle oltre 200 pagine vergate dalla Lega di Matteo Salvini. Per certi versi prevedibile, visto che in molti passaggi richiama il programma unitario del centrodestra: dalla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina al superamento del reddito di cittadinanza, dalla reintroduzione dei voucher per i lavoratori agricoli e del turismo fino all'innalzamento del tetto all'uso dei contanti. Con qualche annunciata differenza, come sulla flat tax, declinata in modo più soft, da introdurre solo «sull'incremento di reddito rispetto alle annualità precedenti». O sul contrasto all'immigrazione, laddove non vengono nemmeno citati i decreti sicurezza firmati da Salvini, ma si cerca di contestualizzare il «cosiddetto blocco navale», con la «creazione di hot spot nei territori extra-europei, gestiti dall'Ue, per valutare le richieste d'asilo e distribuzione equa solo degli aventi diritto». Ma Meloni glissa sulle diversità di vedute con l'alleato leghista: «Le nostre differenze eventualmente sono di ricetta, semantiche», ma «sul principio siamo tendenzialmente d'accordo», spiega ai microfoni di Rete 4. A Salvini piacerà senz'altro il primo punto del programma di FdI: «Sostegno alla natalità e alla famiglia». Dove si fa capire, senza girarci troppo intorno, di volerle tentare tutte per impedire alle donne di abortire: «Piena applicazione della Legge 194 sull'interruzione volontaria di gravidanza, a partire dalla prevenzione. Istituzione di un fondo per aiutare le donne sole e in difficoltà economica a portare a termine la gravidanza». E, restando in ambito sanitario, si mette bene in chiaro che, con Fratelli d'Italia al governo, non ci sarà mai più un «obbligo di vaccinazione contro il Covid», ma solo una «raccomandazione». E poi «nessuna reintroduzione del Green pass», oltre all'istituzione di una «commissione d'inchiesta sulla gestione medica ed economica della pandemia, nonché sulle reazioni avverse da vaccino». Nel paragrafo dedicato ai giovani, invece, si torna sul tema delle «devianze», che nei giorni scorsi è costato a Meloni più di una polemica. In particolare, ci si impegna a promuovere «stili di vita sani per contrastare il disagio e le devianze giovanili, come droga, alcolismo, gioco d'azzardo patologico, bullismo e la diffusione delle baby gang». Agli studenti, d'altra parte, viene promesso che sarà affermato «il principio che la formazione si svolge principalmente in aula e che i compiti a casa devono essere gestiti con misura e buonsenso». Inoltre, guardando alla crisi energetica, si prevede l'«introduzione delle "utenze di sussistenza": livello minimo di energia elettrica e gas garantito anche in caso di morosità». E, a Piombino sono avvisati, la «realizzazione di nuove infrastrutture strategiche, come i rigassificatori», insieme allo «sfruttamento delle risorse presenti sul nostro territorio a partire dai giacimenti di gas». Nell'intervista a "Chi", Meloni chiarisce che «le prime cose di cui mi occuperò, se vincerò le elezioni, sono emergenza energetica e costo del lavoro. Adeguamento dell'assegno unico per la famiglia e legge di bilancio». E assicura che, da premier e mamma, «non rinuncerò a mia figlia Ginevra». A Rete 4 le chiedono, invece, perché, con lei al governo, in Italia dovrebbe cambiare qualcosa. «Perché non ho paura dei tanti gruppi di potere che hanno tenuto questa nazione bloccata - è la risposta - perché non mi spaventano determinate lobby». E, a proposito di tv, rilancia il duello con Enrico Letta e solo con lui: «Penso sia normale che i due principali partiti delle diverse coalizioni si confrontino». --© RIPRODUZIONE RISERVATA