La fine di un incubo per la città «Non abbassiamo la guardia»

JesoloUn video ripreso dalle telecamere di un locale della zona di piazza Nember lo aveva filmato poche ore prima della sparatoria. Si vedeva l'uomo, di carnagione scura, che entrava dirigendosi al bancone con una pistola infilata nei calzoncini. Era quasi certamente lui l'autore della sparatoria al Crazy Cocktail di Jesolo. Una istantanea che ha girato anche nei social e ha reso l' idea del clima che si respirava al lido in quei giorni. Pusher spavaldi, clienti in cerca di droga, spacciatori pronti a segnare il territorio anche con le armi. La titolare del locale, Valentina Livecchi, la notte della sparatoria è rimasta terrorizzata così come i clienti nel locale che sono fuggiti alzando tavoli e sedie dappertutto. Una scena dal film rimasta impressa per giorni in chi l' ha vissuta. Da quella notte il locale si è organizzato con la sicurezza privata all' ingresso. A Jesolo anche i turisti sono rimasti sconvolti e nella zona di via Verdi i titolari di hotel e pubblici esercizi hanno parlato di un clima teso e insopportabile ormai da tempo. Dopo la sparatoria, i rinforzi di polizia, carabinieri e finanza, non ci sono stati più episodi tanto cruenti.Soddisfatti gli operatori. «È stato dimostrato che davanti a un fatto così grave c'è anche stata una reazione delle istituzioni» commenta a caldo Roberto Dal Cin, presidente di Confapi turismo nazionale e gestore dell' enoteca Corte dei Baroni, poco distante dal luogo della sparatoria, « Jesolo è una città sicura, ma certo non dobbiamo abbassare la guardia e prevenire certe situazioni con una presenza delle forse di polizia e la collaborazione dei cittadini». --G.ca.