Il sindaco Favero si dimette: «Basta ricatti»
PORTOGRUAROIl sindaco Florio Favero, leghista, ha rassegnato le dimissioni. Ha tempo fino al 6 settembre per cambiare idea, ma i suoi sostenitori e i più stretti collaboratori temono non lo farà. Arriverà il commissario, si andrà a nuove elezioni. A meno che, ma l'ipotesi appare improbabile, non si riapra il dialogo con il Gruppo Senatore. Qualcosa era nell'aria, perché il primo cittadino aveva convocato per ieri una giunta di carattere straordinario, richiamando assessori che erano in ferie, e indetto una conferenza stampa. Quando il primo cittadino era seduto in sala consiliare, con gli assessori Luigi Geronazzo, Mattia Dal Ben, Anna Fagotto e Pietro Rambuschi al suo fianco, Favero aveva protocollato già le sue dimissioni. Nel testo delle dimissioni non si fa alcun riferimento al ruolo politico della Senatore, ex sindaco,che invece nella conferenza stampa Favero mette al centro del suo ragionamento. Il primo cittadino sembra sereno, a volte sorridente, ma durissimo. È un fiume in piena. «Io non voglio sottostare ai ricatti della signora Senatore, che non ha mai elaborato il lutto della sconfitta elettorale. Anzi, è stata lei a cercarmi per chiedermi l'apparentamento. Noi lo abbiamo concesso, in una visione di collaborazione per la città. Ma nonostante tutto sono stati 20 mesi entusiasmanti, grazie a una giunta coesa, affiatata, capace e volenterosa che ha dato prova di affrontare i problemi con determinazione, tenacia e resilienza». Il sindaco ha ribadito che queste dimissioni sono irrevocabili, facendo intendere, ma non dicendolo apertamente, che nel 2020 dopo la sua vittoria c'era un accordo affinché Senatore si dimettesse dal consiglio. Cosa che non è avvenuta, come aveva pronosticato (indovinando) suo marito Renzo Mazzon, ex assessore Dc e storico consigliere comunale di opposizione nei 16 anni di giunte Rabbachin. «Non ci sono più i presupposti per amministrare la città. Sono stati troppi i momenti negativi. Alla presentazione del primo Dup» ricorda Favero «il Gruppo Senatore si è astenuto, adducendo motivi ridicoli, come la mancata comunicazione. Poi è mancata la coerenza rispetto a quanto si discuteva nelle commissioni». Ultimo episodio quello di luglio. In commissione non ci sono discorsi di disappunto sulle variazioni di Bilancio, ma poi le stesse sono state bocciate dai consiglieri di Senatore il 27 luglio. «Hanno umiliato il consiglio comunale e la città. Senatore voleva soltanto dimostrare che questa giunta, a suo avviso, non sa lavorare bene, tanto da affermare che non vengono applicate le procedure corrette: il suo atteggiamento è grave per la democrazia della città ed è irrispettoso della volontà dei cittadini». Favero conclude parafrasando l'ex presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, con una sua celeberrima frase. «Si apre un capitolo nuovo. Io per la mia città sono sempre disponibile. Il comportamento tenuto sino ad oggi da Senatore parla da solo e io ai ricatti non ci sto».Sono a rischio i finanziamenti del Pnrr? Su questo Favero scaccia i timori. «La macchina amministrativa ha avuto modo, in questi mesi, di lavorare benissimo e sono convinto» conclude «che i finanziamenti da 18 potranno raggiungere anche la quota di 20 milioni di euro». --Rosario Padovano