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Il lavoro, prima di tutto. Ma è anche dal settore immobiliare che l'organizzazione di Tara Chand Tanwar fa affari con i lavoratori indiani. Ognuno di loro paga dai 300 euro in su, ogni mese, per un posto letto e un po' di cibo. Taru accumula appartamenti, li compra a suo nome o stacca gli assegni e li intesta a suoi connazionali, a volte ignari del fatto. Le indagini coordinate dal sostituto procuratore Roberto Piccione e affidate al nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Padova individuano 18 immobili ora posti sotto sequestro, tutti riconducibili all'organizzazione. Ma dagli atti emergono anche altri alloggi, forse presi in affitto, dove gli indiani vengono ospitati in condizioni disumane. Nel complesso ce ne sono tre a Padova (via Altichieri da Zevio, via Wagner e via Pontevigodarzere), quattro a Mestrino (via Toscanini, via Firenze, via Mazzini, via Aquileia), uno a Cadoneghe (via Bragni), uno a Carmignano di Brenta (via Ronchi), uno a Campodarsego (via Antoniana). E poi altri a Belfiore, Pojana Maggiore, Dueville, Sandrigo, Alessandria, Colognola ai Colli, Perugia, Parma, San Giorgio Bigarello.L'ordinanza raccoglie le testimonianze degli indiani che vivono in cinque per stanza, in venti per ogni casa, con un solo bagno disponibile, costretti a lavarsi nel luogo di lavoro, a dormire in letti matrimoniali con sconosciuti. A volte gli alloggi non sono neanche arredati o sono uffici in cui si dorme per terra. Il cibo fornito da Taru, che porta la spesa un paio di volte al mese, è sempre scarso e gli immigrati devono spendere i loro pochi soldi per acquistarne altro e non morire di fame. --CRIC