Processo
Fabrizio GoriaFa discutere la scelta di Moody's di cambiare, da stabile a negativo, l'outlook del rating sovrano dell'Italia. Decisione improvvisa, che ha fatto irritare tanto il governo quanto il Tesoro. Dalle banche d'affari a quelle d'investimento, il malumore è elevato. «È una decisione che non comprendiamo», spiegano fonti governative, come rimarcato anche dal Tesoro. E Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, usa una dialettica analoga, sottolineando la preoccupazione sulla sforbiciata, dando la colpa al Partito democratico, per via delle «disastrose politiche portate avanti in quest'ultimo decennio».Il Recovery Fund deve essere portato a conclusione. E in questo processo non possono esserci ritardi. Concetto chiaro, ma che è stato reiterato, a suon di un peggioramento dell'outlook, da parte di Moody's. «La fine del governo Draghi il 21 luglio e le elezioni anticipate del 25 settembre 2022 (anticipate dalla primavera 2023) aumentano l'incertezza politica e programmatica in un contesto economico e di mercato difficile». È una delle motivazioni fornite da Moody's per la decisione di rivedere al ribasso l'outlook sul rating dell'Italia. Il governo uscente - sostiene l'agenzia - ha compiuto progressi significativi nel rispettare pienamente e puntualmente le tappe e gli obiettivi contenuti nel Pnrr dell'Italia, richiedendo due rate per un totale di 42 miliardi di euro, pari al 2,4% del Pil. Tuttavia, è probabile che le elezioni anticipate ritardino il raggiungimento di alcune tappe e obiettivi che dovevano essere raggiunti entro la fine del 2022, anche se fonti governative spiegano che la legge di bilancio è «totalmente in sicurezza». Secondo Moody's, tuttavia, «esiste inoltre il rischio concreto che anche le tappe e gli obiettivi previsti per il 2023 possano subire ritardi».Il malcontento, dopo la scelta di Moody's, è elevato. E non è un caso. Dopo S&P anche la seconda agenzia di rating statunitense ha optato per un peggioramento. E ha acceso il dibattito politico. Come fa notare Gregorio De Felice, capo economista di Intesa Sanpaolo, «cambiare l'outlook in vista delle prossime elezioni politiche e dato l'attuale contesto economico italiano suscita qualche perplessità». Il problema è che non si comprendono le motivazioni. «Nessun dei maggiori partiti politici contesta il processo di riforme previsto dal Pnrr e d'altronde le elezioni al più tardi nella primavera del 2023 si sarebbero dovute tenere», spiega De Felice. Altro punto centrale, secondo Intesa, è la sostenibilità del debito italiano che «può contare su un differenziale positivo tra crescita del Pil nominale e costo medio del debito pari a 3,4 punti percentuali (nel 2011 era negativa di 1,4)». Inoltre, spiega De Felice, «la posizione finanziaria netta sull'estero dell'Italia è positiva per circa il 6,5% del Pil». A titolo di confronto, rimarca, «durante la crisi del debito del 2011, lo stesso dato era negativo e pari al -18% del Pil».Anche l'altro colosso bancario italiano, UniCredit, conferma lo stupore e trova complicato spiegare in modo razionale l'azione di Moody's. E anche il Mef ha reagito. «Le elezioni anticipate non costituiscono un'anomalia nel contesto delle democrazie europee. Restiamo fiduciosi che l'attuazione del Pnrr, delle politiche di rilancio degli investimenti e dell'innovazione e della strategia di sicurezza energetica continuerà in modo spedito dopo le prossime elezioni». Così il Tesoro. A cui fa eco anche l'opinione di Fabrizio Pagani, Global head of economics di Muzinich & Co.: «Portare l'outlook dell'Italia a negativo significa introdurre una valutazione "instabile" sul rischio di credito italiano. Nei prossimi mesi Moody's dovrà risolvere questo outlook. Vuoi riportandolo a "neutrale", vuoi procedendo ad un vero "downgrade" del rating italiano. Non ci sembra che lo stato dell'economia, le finanze pubbliche o le prospettive istituzionali italiane giustifichino questa "spada di Damocle"». Questo giudizio, sottolinea Pagani, è «particolarmente incomprensibile dopo l'introduzione da parte della Bce dello scudo anti-spread, i cui benefici la stessa Moody's riconosce». --© RIPRODUZIONE RISERVATA