Manifesti sulle 14 statue di Aricò «Più welfare, meno abbandono»
Venerdì pomeriggio, via Piave. Le quattordici statue che compongono la fontana di Gianni Aricò, finita al centro del dibattito per l'idea dell'assessore Costalonga di spostarla perché il retro ospita alcuni senza fissa dimora, si anima. Ogni statua, un cartello colorato. Per dire "il vero degrado è l'abbandono", che a Mestre servono "più servizi e più spazi" e "meno militarizzazione". La protesta è stata inscenata dai giovani del laboratorio climatico Pandora. Quattro anni fa quando occupavano l'ex galleria contemporaneo, fronte fontana, si chiamavano Collettivo Lo.co. Dovettero andarsene per lasciare spazio all'investimento commerciale del bistrot Grand Central a fianco della fontana e che ora ha aperto anche la pizzeria nell'ex galleria. I giovani hanno improvvisato un comizio in strada. «Da anni le politiche portate avanti nella nostra città continuano a nascondere la polvere sotto il tappeto piuttosto che affrontare le vere questioni. Dalla rimozione delle panche in via Carducci, alla rimozione dei "cubi" di parco Bissuola, le nostre mobilitazioni hanno sempre riportato l'attenzione su quali dovrebbero essere le politiche di cui avremmo bisogno: spazi, servizi e welfare per tutti. Dopo anni, che hanno dimostrato quanto le scelte del Comune fossero fallimentari e inutili, torniamo a prendere parola per ribadire gli stessi concetti». E ribadiscono che, come per l'emergenza eroina, su cui i comitati di Mestre e Marghera sabato scorso hanno manifestato davanti al sottopasso, il vero problema è « l'assenza totale di servizi, welfare e spazi per cittadiNI, per dar spazio a dibattiti e politi che repressive e speculative, dannose per tutta la città». --m.ch.