Abbraccio di Putin a Erdogan «L'Ue lo ringrazi per il gas»
Ufficialmente la priorità è stata la Siria, ma si è parlato anche, inevitabilmente, di guerra, di grano, e forse - sostiene Kiev - di come aggirare le sanzioni occidentali. I colloqui durati quattro ore tra Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan, il primo leader di un Paese Nato a incontrare il presidente russo dopo l'inizio della guerra, si sono tenuti a Sochi. Dopo lo sgarbo di Teheran, dove il presidente turco aveva costretto il suo collega russo ad aspettarlo davanti alle telecamere, il padrone di casa non si è vendicato con un dispetto, dispensando sorrisi e perfino accompagnando Erdogan all'uscita e salutando con un gesto della mano la sua limousine in partenza. Una dimostrazione voluta di quanto Mosca abbia bisogno di Ankara come interlocutore. Il comunicato finale sottolinea a più riprese il «ruolo chiave» dei rapporti tra Russia e Turchia «nonostante le attuali sfide a livello globale e regionale», ed Erdogan promette di «aprire una nuova pagina», che viene celebrata anche dal parziale trasferimento dei pagamenti per il gas in rubli, un gesto simbolico cui Mosca tiene molto.Mentre ieri mattina altre tre navi cariche di 58 mila tonnellate di granturco ucraino sono salpate da Odessa e da Chernomorsk, attraverso il corridoio negoziato tra Ucraina, Russia e Nazioni Unite con la mediazione attiva di Erdogan, i due presidenti a Sochi hanno ribadito di voler rispettare l'accordo sul grano, «nella lettera e nello spirito», per il quale Putin ha ringraziato Erdogan. Altre 13 navi sono pronte a partire, e il ministro delle Infrastrutture ucraino Oleksand Kurbakov ha espresso la speranza di poter procedere alle esportazioni di 3 milioni di tonnellate entro la fine di agosto. Un patto che riguarda la Turchia direttamente, visto che quasi l'80% del grano che consuma proviene dall'Ucraina o dalla Russia. Erdogan però dipende pesantemente da Putin anche per il gas, e il presidente russo ieri non ha mancato di ricordare che il gasdotto Turkish Stream «funziona senza interruzioni, a differenza di altri», e che i «partner europei devono essere grati» per il metano che gli giunge attraverso la Turchia. I due presidenti hanno anche annunciato una intensificazione della cooperazione economica in diversi settori, ma non è chiaro se questa promessa nasconda un qualche tipo di accordo sottobanco come quello rivelato alla vigilia dell'incontro di Sochi dal Washington Post. Citando fonti dell'intelligence ucraina, il giornale sostiene infatti che Putin avrebbe chiesto a Erdogan di aiutarlo ad aggirare le sanzioni, permettendo alla Russia di acquistare quote di raffinerie e terminal petroliferi.Una proposta che metterebbe la Turchia a rischio di sanzioni a sua volta, così come la richiesta di Putin di fornire anche alla Russia i droni Bayraktar che vende (e regala) all'Ucraina e grazie ai quali Kiev ha potuto fermare l'avanzata russa nelle prime settimane dell'invasione russa. È più probabile che Erdogan preferisca continuare a giocare su due tavoli, sostenendo l'Ucraina, ma nello stesso tempo non aderendo alle sanzioni internazionali e tenendo aperto un dialogo con il Cremlino. I due dittatori continuano a seguire percorsi stranamente paralleli, trovandosi concorrenti su tanti scacchieri e nello stesso tempo alleati su altri dossier. In difficoltà all'interno della Turchia, Erdogan ha bisogno di una vittoria «geopolitica», esattamente come Putin, e voci di corridoio prima del vertice sostenevano che avrebbe cercato a Sochi il consenso russo alla «zona cuscinetto» di 30 km contro i curdi nel Nord della Siria. Un progetto cui Mosca e Teheran - che in Siria si schierano dalla parte opposta rispetto ad Ankara - avevano già detto di no, e ieri a Sochi i due presidenti si sono limitati a ribadire la necessità di «salvaguardare l'unità territoriale e politica» siriana. Nei prossimi giorni si capirà se il Cremlino ha affidato a Erdogan anche altri messaggi o mediazioni. Intanto il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha confermato l'apertura di un «canale» voluto da Putin e Biden per negoziare lo scambio della giocatrice di basket Brittney Griner con il commerciante di armi russo Viktor Bout: «Siamo pronti a discuterne». Griner è stata condannata giovedì a Mosca a 9 anni di carcere per possesso di cartucce per la sigaretta elettronica alla marijuana, e ieri le autorità russe hanno comunicato che l'atleta potrebbe venire mandata a scontare la pena in una colonia penale russa. Un chiaro messaggio a Washington di fare in fretta: la star del basket è afroamericana e lesbica, e in una prigione russa avrebbe probabilmente vita difficile. --© RIPRODUZIONE RISERVATA