Studi, fughe e amori di Pietro d'Abano La vita da romanzo del Mago bianco
Francesco JoriDifficile inquadrarlo con un'etichetta unica, tanto poliedrica è stata la sua personalità. A proporre la più indovinata è stato lui stesso, Pietro d'Abano, definendosi "mago bianco" con tanto di motivazione: "Il medico dev'essere un mago bianco che incanala le forze astrali e le risorse occulte della natura verso la guarigione di chi soffre". È il compito di fondo cui si è dedicato nella sua movimentata esistenza, divisa tra Padova, Costantinopoli e Parigi; ed è proprio alla sua autodefinizione che si rifà Roberto Zucchi nel suo ultimo libro, "Mago bianco - Vita e segreti di Pietro d'Abano, medico ed eretico" (il Prato editore, 512 pagine). Una versione romanzata di una vita intessuta tra avventura e mistero, ma appoggiata a una rigorosa base storica dei tempi, inclusi personaggi ed episodi reali. La Padova in cui il protagonista muove i primi passi nella seconda metà del Duecento è un Comune libero ma squassato dal contrasto tra magnati e popolari, establishment e popolo. Facile mettersi nei pasticci, cosa che accade puntualmente a Pietro per essersi schierato dalla parte dei più deboli: si rischia grosso, così che il nostro prudenzialmente cambia aria, e appena ventenne sceglie quella che l'autore chiama "i Campi Elisi del sapere". Costantinopoli all'epoca è un crocevia di stimoli culturali, malgrado sia già avviata verso una lenta quanto inesorabile decadenza dopo i guasti recati dai veneziani con la crociata-burletta del 1202. Qui, dove Oriente e Occidente si incrociano in una fertile contaminazione, Pietro pone le basi della sua fama futura imparando il greco, il bizantino e la scienza medica, ma anche acquisendo gli stimoli dell'astrologia dell'antica Persia; diventa medico personale dell'imperatore latino; riesce ad accedere alla copia in greco del codice di Avicenna maturato due secoli prima nell'Islam; scopre le basi dell'anatomia; diventa anche ricco. Ma una costante del libro di Zucchi è il lato avventuroso della sua esistenza, che l'autore provvede a tessere mescolando realtà e fantasia: Pietro si mette nei guai in seguito alle accanite dispute religiose dell'epoca, fino a esporsi al pericolo di vita; ne sfugge grazie a una sua intraprendenza erotica che l'accompagnerà per tutto il romanzo, e troverà il modo di mettersi in salvo a Roma, dove si occuperà della malferma salute dello stesso papa, Onorio IV. Breve parentesi, peraltro, perché anche qui entra in collisione con l'establishment pontificio. Ripara in un primo tempo nella sua Padova, dove la fama acquisita gli varrebbe la cattedra in un'università giovane ma già affermata; ma le regole dell'epoca precludono l'insegnamento ai locali. Così deve affrontare un nuovo trasloco, e anche stavolta sceglie il meglio: la Parigi della prestigiosa Sorbona, dove può affinare la sua conoscenza medica e filosofica, sposando con convinzione il magistero di "grandi firme" quali Ippocrate, Galeno, Avicenna. Solo che la sua capacità di mettersi nei pasticci lo segue anche qui: i tre nomi citati sono nella "black list" di una Chiesa ufficiale che li ritiene eretici e pagani. Accuse che di riflesso ricadono sullo stesso Pietro, sia per i suoi insegnamenti che per la sua pratica clinica: sospettato financo di essere "adoratore del demonio", cade sotto la scure dell'Inquisizione e viene arrestato; lo salva solo il suo ottimo rapporto con re Filippo. Ma l'aria si è fatta pesante, e così si rifugia nell'ultimo approdo, la sua Padova, grazie all'aiuto della qualificata "intellighenzia" culturale dell'epoca (in città maturano i fermenti del pre-umanesimo), guidata dal migliore, Albertino Mussato. La realtà in cui Pietro fa ritorno dopo tredici anni di assenza è in pieno splendore economico, ma rimane dilaniata dalle lotte politiche, che di lì a poco la porteranno a consegnarsi alla signoria dei Carraresi. Pietro pratica cure mediche alla grande, ottiene una deroga vedendosi assegnare la cattedra universitaria, incrementa il suo patrimonio. Di nuovo però cade sotto gli strali dell'implacabile Inquisizione, alla quale riesce a sottrarsi solo grazie alla morte.Zucchi lo accompagna fino all'ultimo passaggio; ma finirà proprio qui, o il "mago bianco" riuscirà a spuntarla ancora una volta? Fermiamoci al punto interrogativo. --© RIPRODUZIONE RISERVATA