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civitanova marcheC'è un'Italia sotto choc per l'ennesimo omicidio a mani nude, meno forse questa cittadina della riviera adriatica. A Civitanova si vuole rimuovere in fretta l'accaduto: in fondo è una storia che non coinvolge nessuno di qui, ma due stranieri. Perciò ieri è ripreso incessante lo struscio sul corso dove Filippo Claudio Ferlazzo, 32 anni, originario di Salerno, ha ucciso a botte un ambulante di origine nigeriana, Alika Ogorchukwu. Ferlazzo dovrà rispondere di omicidio volontario e di rapina, in quanto si era intascato il cellulare della vittima. La procura di Macerata però per il momento non ipotizza un movente razziale; non ci sono le caratteristiche giuridiche. È stato un omicidio «per futili motivi». Ha fatto rabbrividire la scena di tanta violenza senza che nessun passante abbia nemmeno provato a fermare l'assassino. «L'atrocità che si è consumata, l'indifferenza e la superficialità di pochi, non rappresentano e descrivono la realtà della nostra città e questo è dimostrato anche dall'unanime testimonianza di condanna», sostiene il sindaco Fabrizio Ciarapica. Eppure era palpabile tra i bei negozi di Corso Umberto il fastidio della gente e dei negozianti, quando una pattuglia di nigeriani ha inscenato una protesta davanti all'albero dove è morto Ogorchukwu. Un centinaio di persone ha gridato «giustizia, giustizia» esibendo una foto del morto e una della violenta aggressione. C'erano anche la moglie della vittima, il loro bambino, una nipotina, oltre a diversi cittadini italiani. I manifestanti hanno espresso anche rabbia per la «indifferenza della cittadinanza». Perché nessuno è intervenuto mentre l'aggressore finiva Alika a mani nude.Alcuni nigeriani se la sono poi presa con il leader della Lega Matteo Salvini e la sua battaglia contro gli immigrati. «Esci fuori, Salvini - gridavano - esci fuori adesso, tu che non vuoi gli immigrati, esci fuori, esci fuori». A un certo punto i manifestanti hanno bloccato il traffico e non hanno fatto passare nemmeno i vigili del fuoco a sirene accese, per cui è dovuta intervenire bonariamente la polizia. Altri momenti di tensione si sono registrati quando due persone, a piedi, hanno inveito contro la protesta. L'onda della folla li ha rincorsi, qualcuno ha gridato «razzisti!». In verità, la signora Ogorchukwu con il suo avvocato, Francesco Mantella, non ha mai parlato di razzismo, ma non si capacita di quel che è successo. «Voglio guardare in faccia questo uomo, guardarlo negli occhi, e chiedergli perché ha ucciso un padre di famiglia. I want justice perché mi ha lasciato da sola».È fatale che questa storiaccia di morte abbia subito imboccato la via della politica. Scrive Enrico Letta: «L'assassinio di Alika Ogorchukwu lascia sgomenti. La ferocia inaudita. L'indifferenza diffusa. Non possono esserci giustificazioni. E nemmeno basta il silenzio. L'ultimo oltraggio sarebbe quello di passare oltre e dimenticare». Per Roberto Speranza, «l' indifferenza è grave e ingiustificabile quanto la violenza». «L'uccisione di Alika Ogorchukwu ci lascia attoniti», scrive il leader M5s Giuseppe Conte che domanda «ma tutti i presenti che hanno ripreso con i loro smartphone la colluttazione senza provare a intervenire, cosa faranno?».A destra si cerca di restare fuori dalle polemiche. «Per Matteo Salvini, «non si può morire così. Una preghiera per Alika e un abbraccio alla sua famiglia, per l'assassino pena certa fino in fondo. Città allo sbando, violenze di giorno e di notte, non se ne può più: la sicurezza non ha colore, la sicurezza deve tornare ad essere un Diritto». E Giorgia Meloni si accapiglia con Corrado Formigli, via social: «Io la mia condanna verso questo brutale omicidio l'ho espressa e subito. Sciacallo».Intanto la Regione ha deciso di costituirsi parte civile al processo e il sindaco Ciarapica, incontrando la moglie della vittima, ha annunciato che la città si farà carico del funerale. «L'ho voluta abbracciare, lei, suo figlio, e la comunità nigeriana, per manifestare solidarietà. Non siamo abituati alla convivenza col crimine. La citta è sconvolta e segnata dal dolore». -- fra. gri.© RIPRODUZIONE RISERVATA