«La comunità non tradisca il legame con l'arte di Aricò»
Mitia Chiarin«Le opere di Gianni Aricò nascevano con la gente, era l'artista in grado di dare forma compiuta al desiderio del popolo. È successo con la fontana di via Piave a Mestre, attorno a cui nacque un comitato di commercianti, per le formelle della chiesa di Santo Stefano a Venezia, per il monumento al soldato d'Italia a Pederobba, per il monumento a Vivaldi, per il gruppo della famiglia ad Asseggiano, fino al monumento pensato per Padova Città del Santo... sempre un movimento collettivo di realtà impegnate a trovare finanziamenti e appoggi per trasformare le idee in realtà. Aricò metteva il seme, ma era la comunità con cui dialogava così mirabilmente a rappresentare il terreno in cui l'arte poteva crescere. Ora spetta alle stesse comunità continuare creativamente a curare l'identità e la forma urbana senza tradire il metodo che ha dato frutti così significativi». Lo ricorda Sandro Cabassi, coordinatore del Comitato per le celebrazioni di omaggio a Gianni Aricò, l'artista morto nell'agosto 2021. Domani, venerdì 29 luglio alla Scuola Grande San Teodoro, viene inaugurata la grande mostra dedicata all'«architetto, scultore, pittore, medaglista, grafico, artigiano, evidenziando i segni della sua opera più che cinquantennale nei palazzi, nelle chiese e negli spazi aperti: a Venezia, e in tante altre città, in Italia e all'estero». Previsti percorsi di scoperta o riscoperta delle opere di Aricò, precisa Cabassi, «attraverso le sue opere permanentemente visibili a Venezia e a Mestre, attraverso itinerari strutturati, segnalati e, per chi lo vorrà, guidati da figure appositamente formate».Una delle tappe sarà via Piave, con la fontana con le quattordici statue finita sulle cronache ora per la proposta dell'assessore leghista Costalonga che vorrebbe spostarla altrove (per esempio, il parco Albanese). Proposta ha visto una collettiva levata di scudi a difesa di un monumento, che tantissimi in queste ore reclamano rimanga dove è stato pensato e realizzato, sostenuto da una colletta di commercianti mestrini. Anzi, se ne chiede una nuova manutenzione. Prende posizione contro la idea dell'assessore anche l'associazione Mestre Mia. In un comunicato congiunto si esprimono il comitato Progetto Comune, il centro studi storici e la Fondazione Mestre Domani. «Il monumento, realizzato nel 1986 e finanziato da un pool di operatori economici della zona, è una delle poche opere d'arte che abbelliscono la città e rappresenta un elemento significativo della memoria e dell'identità recenti di Mestre. La fontana di Aricò costituisce in assoluto uno dei primi esempi di utilizzo dell'arte come strumento in grado di comunicare e modificare lo spazio urbano, diventando così un intervento privilegiato per iniziative di riqualificazione», dicono Maria Laura Faccini, Ugo Ticozzi e Roberto Stevanato convinti che via Piave «meriterebbe altri insediamenti di opere d'arte e di cultura idonee ad attrarre cittadini e viaggiatori». La fontana nel 2011 fu oggetto di una manutenzione straordinaria finanziata dalla famiglia Tura dell'Hotel Bologna. In piazzetta l'investimento in riqualificazione della società Grand Central della famiglia Dal Poz. «L'amministrazione sarebbe chiamata a sostenere tali iniziative private provvedendo al controllo e alla sicurezza della zona invece che evocando lo spostamento del monumento con elevato onere a carico della comunità». --© RIPRODUZIONE RISERVATA