«L'impianto usa moltissima acqua prosciugando del tutto il Naviglio»

MIRA«Il Naviglio del Brenta a secco con portate di acqua sempre più ridotte? L'inceneritore di Fusina ha bisogno per stessa ammissione dei gestori di circa 260 mila metri cubi di acqua dolce del Naviglio ogni anno a ridosso della conca di Moranzani per poter funzionare». A denunciarlo è Mattia Dona del del Comitato Opzione Zero che da anni si batte contro l'inceneritore di Fusina. Donadel chiede ai sindaci della Riviera di unirsi alla battaglia contro quello che considera uno speco di acqua, una risorsa così preziosa come si è visto in questi mesi di siccità: «L'effetto devastante dei cambiamenti climatici» spiega «è sotto gli occhi di tutti. Lungo il naviglio del Brenta è stata addirittura sospesa la navigazione perché il livello idrometrico è troppo basso. A Dolo, Fiesso e Stra non si è mai vista una situazione del genere. Ma tra le cause ci sono anche le derivazioni per uso industriale. Gli inceneritori, così come le centrali nucleari o a carbone, hanno anche bisogno di moltissima acqua per funzionare, e dunque il loro impatto sull'ambiente si moltiplica soprattutto in situazioni di criticità come quella che stiamo vivendo». Donadel entra nel dettaglio dei consumi di acqua dell'inceneritore di Fusina «Si tratta di un fatto già denunciato dai comitati in sede di valutazione di impatto ambientale. Avevamo già messo in guardia sul fatto che la valutazione di questi impianti avrebbe dovuto tenere conto del loro impatto sul cambiamento climatico e di come le ripercussioni avrebbero potuto condizionare il loro funzionamento. La Regione ha ignorato le nostre osservazioni e ora la realtà dei fatti ci dà ragione: a Padova siamo prossimi alla chiusura, e probabilmente anche a Fusina, è solo questione di tempo viste le portate di acqua dolce del Naviglio sempre più piccole. Il risultato è che i rifiuti andranno a finire in discarica, proprio quello che si diceva di voler evitare». Ma non basta. «Dai dati dichiarati per il 2021 da Ecoprogetto emerge che l'inceneritore di Fusina consuma più acqua dolce del previsto» continuano i Comitati. In fase di Via era stato previsto un consumo di 261.614 metri cubi all'anno anno per quanto riguarda l'acqua derivata dal Naviglio e 29.950 mc all'anno di acqua da acquedotto per tutto il polo integrato comprensivo delle 3 linee di incenerimento alla massima capacità produttiva. Invece nel 2021 con linee di trattamento Css al 62% della capacità produttiva, e una la linea L1 in funzione i consumi di acqua risultano 259.727 metri cubi annui per quanto riguarda quella derivata dal fiume, e ben 30.789 mc all'anno dall'acquedotto. Siamo a saturazione, ma questo significa che con 3 linee il consumo di acqua sarebbe ben superiore». A chiedere provvedimenti per far fronte alla siccità anche la Cia, la Confederazione italiana agricoltori di Venezia: «Chiediamo l'impegno e il contributo dei Comuni nella gestione della emergenza idrica, non si può chiedere solo agli agricoltori di intervenire». Federica Senno, presidente di Cia Venezia, lancia un appello alle amministrazioni della Città Metropolitana perché intervengano. «Ieri il Governo ha nominato commissario all'emergenza idrica il presidente della Regione Luca Zaia, che ha subito affidato al direttore di Veneto Agricoltura Nicola Dell'Acqua il ruolo di soggetto attuatore per il coordinamento e la gestione delle attività commissariali. Abbiamo quindi un punto di riferimento preciso e con poteri commissariali. È l'occasione, per i Comuni, di adottare quello che hanno indicato nei propri Piani delle Acque».Cia Venezia ricorda che soltanto il 30% delle acque irrigue è destinato all'agricoltura. «Il dato è dell'Anbi» conferma la presidente Senno «ci ha spiegato che il restante 70% è destinato ad operazioni ecosistemiche. Il nostro territorio è caratterizzato dall'acqua, le ripercussioni sono sulla nostra quotidianità. In Riviera del Brenta sono state annullate decine di gite in barca sul Naviglio, che è in secca. A Caorle, invece, domenica 24 luglio, si è misurata una risalita del cuneo salino dalla foce del Livenza fino all'impianto di Boccafossa. La riduzione di pressione è tale che l'acqua non raggiunge i piani alti degli edifici». --Alessandro Abbadir© RIPRODUZIONE RISERVATA