Falde e risorse ai minimi «Momento molto critico»

IL DOSSIERL'acqua che proveniva dalla neve non c'è più. I fiumi hanno delle portate che hanno ormai raggiunto i minimi storici, registrando parallelamente un'importante risalita del cuneo salino. Questo accade soprattutto nell'Adige, nel Livenza e nel Po, che ieri ha toccato una punta record di salinità di 13.500 microSiemens per centimetro. Una situazione che, un paio di giorni fa, aveva lasciato a secco diversi condomini di Caorle: condizione aggirata solo con la creazione di un bypass per ricavare l'acqua da un canale differente da quello originario. E gli stessi problemi riguardano gli invasi montani, con criticità particolari nei bacini del Livenza e del Tagliamento. Infine, rimane estremamente grave la situazione dei livelli di falda nella pianura veneta, con minimi storici a Castelfranco (Treviso), Eraclea (Venezia) e Dueville (Vicenza).È il pesante quadro del Veneto, nella bufera del cambiamento climatico, di cui si stagliano tangibili le conseguenze. I tratti dell'emergenza sono definiti dalla nuova relazione di Viveracqua, consorzio che raggruppa dodici aziende idriche con base in Veneto.Una ragione nella quale la situazione viene definita, senza giri di parole, «particolarmente critica». Manca l'acqua potabile, in particolare manca la ricarica dai bacini montani, tra le principali fonti idriche. E la situazione potrebbe aggravarsi nelle prossime settimane, con il permanere della situazione di grave siccità. «Non piove in maniera importante da oltre cinque mesi» va ripetendo il commissario-presidente Luca Zaia.Nei bacini del Piave e dell'Alto Livenza, alcune sorgenti, che alimentano circa 100 mila abitanti, hanno portate che sono condizionate direttamente dai bacini idroelettrici. Difficoltà anche nelle sorgenti montane del Veronese, dove è stato necessario intervenire con le autobotti.Intanto, si diceva, continua a crescere il cuneo salino, condizionando i prelievi idrici nell'Adige e, di conseguenza, la disponibilità della stessa acqua potabile nelle località turistiche del litorale.La condizione è ormai realtà da un mese, nel fiume Po. Qui, al 27 luglio, le misurazioni della salinità raggiungevano i 13.500 microSiemens per centimetro. Il gestore Acquevenete, per fronteggiare la crisi idrica e servire un'ampia area nel Rodigino, si approvvigiona di acqua superficiale del fiume con tre impianti, dei quali quello più vicino alla foce - Ponte Malo - dista una quindicina di chilometri dalla linea di costa. --l.b.© RIPRODUZIONE RISERVATA