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le reazioni«Jesolo non è il Far West anche se questo è un episodio gravissimo». Non è facile per il neo sindaco di Jesolo, Christofer De Zotti, attenuare tensioni e paure di una città che continua ad avere problemi con la criminalità. Non microcriminalità, perché se gli spacciatori entrano e sparano in un locale la situazione è davvero molto seria.«La risposta delle forze dell'ordine» rimarca il primo cittadino di Jesolo, «è stata immediata e ho piena fiducia nel lavoro che stanno svolgendo per fare piena luce sull'accaduto. Jesolo, è bene sottolinearlo, resta un posto sicuro in cui trascorrere le proprie vacanze, ben lontano da quel Far West che qualcuno sta dipingendo in queste ore. Non esiste un allarme sicurezza. Allo stesso tempo, è innegabile, quanto accaduto conferma la necessità di riconoscere alle città balneari uno Status speciale per gestire meglio il tema della sicurezza». Lo status di Città balneare chiesto dai sindaci del G20 permetterebbe di avere più risorse anche per le forze di polizia, equiparando i centri balneari alle città metropolitane per i numeri che raggiungono d'estate con la presenza dei turisti.De Zotti ha iniziato a lavorare per la sicurezza firmando le ordinanze per piazza Mazzini, la chiusura degli accessi al mare, dei chioschi e minimarket, senza contare il divieto di vendere alcolici e bottiglie in vetro dopo una certa ora. Evidentemente non basta. confapi«Ci vuole anche l'esercito», sbotta il presidente nazionale Confapi Turismo, Roberto Dal Cin, «perché a questo punto non sono sufficienti i rinforzi della polizia e dei carabinieri o della polizia locale. L'esercito ha funzionato nelle grandi città unitamente alle forze di polizia, proviamo anche noi. Io sono accorso sul luogo della sparatoria appena accaduto il fatto, ho visto con i miei occhi cosa la gente che scappava. In una località turistica questo non dovrebbe accadere, noi abbiamo ospiti che sono qui in vacanza e li dobbiamo proteggere evitando che accadano certe cose. Jesolo ha problemi seri da risolvere, causati da anni in cui la soluzione seria e concertata a certi disagi è stata rinviata cercando di improvvisare e risolvere il problema quando si ripresentava. Ora abbiamo bande di giovani pericolosi che terrorizzano la città, si menano, rapinano e pusher che si sparano».confcommercioIl presidente di Confcommercio mandamentale, Angelo Faloppa, è altrettanto in apprensione dopo aver saputo della sparatoria al lido mentre i turisti erano in passeggiata e i clienti nel locale in cui sono stati esplosi i colpi di pistola: «I problemi esistono e questo episodio è terribile per il modo in cui è accaduto la successione dei fatti. Io dico sempre che il problema a Jesolo e in Italia è la mancanza della certezza della pena. Queste persone vanno individuate e punite e a Jesolo non devono mettere mai più piede. Ma la punizione deve essere assicurata». l'aja Pierfrancesco Contarini, neo presidente dell'Aja, associazione jesolana albergatori, è sulla stessa linea: «Abbiamo i numeri di una metropoli, perché a Jesolo arriviamo fino a 500 mila persone. E i problemi di una metropoli anche per la sicurezza. Se una sparatoria avviene in un bar di Milano nessuno si stupisce più di tanto, se accade a Jesolo il mondo si ferma. Credo che la risposta migliore sia un presidio e controllo costante del territorio con i giusti rinforzi di agenti e carabinieri e abbiamo massima fiducia nel loro operato come stanno comunque dimostrando trovando subito i colpevoli».l'opposizione Dalle opposizioni. Daniele Bison continua a incalzare il sindaco: «Aveva promesso che sarebbe ricorso ai Daspo con maggiore incisività e utilizzandoli in maggior numero, ma non mi pare sia accaduto. Noi siamo a disposizione per collaborare con le nostre proposte, l'ora delle sfilate è finita, adesso stiamo parlando di sparatorie dopo i vari accoltellamenti. Dove arriveremo di questo passo? La nostra mano tesa è stata rifiutata finora e questi sono i risultati». --Giovanni Cagnassi © RIPRODUZIONE RISERVATA