Stefano Candiani

Alessandro Di Matteo«Il premier lo indicherà chi prende più voti, ma adesso è bene occuparsi «dei temi, delle cose da fare nei primi 90 giorni». Stefano Candiani, senatore della Lega, non accetta le obiezioni di mercati e osservatori sul possibile premier di centrodestra e spiega che «l'Italia non è ancora un Paese a sovranità limitata». E, assicura, non c'è rischio di perdere la tranche del Pnrr.Oggi è il giorno del vertice, si arriva con l'ultimatum della Meloni: o intesa sulla leadership o non ha senso l'alleanza. Perché non volete affrontare questo tema?«Da noi nessuna resistenza. Abbiamo sempre detto in maniera chiara che chi prende un voto in più indicherà il candidato premier. Detto questo, non è neanche tanto decoroso stare molto su questo tema. Si rischia di perdere di vista l'agenda di governo, le azioni da fare nei primi 90 giorni, subito. Questa è una cosa da non trascurare. Che ci sia una giusta aspettativa è normale: ce l'ha Fdi, ce l'abbiamo noi, ce l'ha Fi. Occhio però, impegniamo il tempo a parlare dei problemi degli italiani e delle soluzioni. Come Lega siamo sul pezzo, sia per gli aspetti economici che per gli aspetti legati alla politica estera».I mercati, le cancellerie degli altri Paesi seguono con attenzione. Forse dovreste dare messaggi rassicuranti, creando un governo che possa tranquillizzare gli interlocutori con cui - se vincerete - dovrete avere a che fare.«Fanno senso i titoli su qualche quotidiano: se vince Salvini arrivano le cavallette, se vince la Meloni tornano i fascisti, se vince Berlusconi avremo le piaghe d'Egitto. Basta con la demonizzazione dell'avversario. Ripeto, l'Italia non ancora è un Paese a sovranità limitata, lasciamo che sia il popolo a fare queste scelte. Piuttosto parliamo dei temi: il completamento delle autonomie, la riforma fiscale, il contrasto alla povertà, il costo dell'energia, la revisione del reddito di cittadinanza, il Pnrr finora solo abbozzato...».Che Italia sarà se vincerete? Si manderanno ancora armi all'Ucraina? Saremo alleati di Francia e Germania o di Polonia e Ungheria?«L'azione iniziata dal governo va continuata, nel quadro degli accordi internazionali. Però attenzione: non possiamo pensare che uno stato di guerra possa essere la normalità. Più questa situazione si trascina, più noi paghiamo un prezzo: il costo dell'energia, la perdita di posti di lavoro... Per rispondere alla sua domanda: saremo alleati (di Francia e Germania, ndr), non subalterni. Anche sul gas: non è garanzia per il futuro cambiare il fornitore di metano, sostituendo la Russia con Paesi del nord-Africa, che non sono stabili e democratici. Sostituire un padrone a un altro padrone non è la soluzione». La legislatura sarebbe terminata comunque a febbraio. Che senso ha avuto far cadere il governo ora mettendo a rischio la tranche del Pnrr, la legge di bilancio?«Intanto, una premessa: a rischio non va nulla. Quello che deve essere fatto sarà fatto. Ma non siamo noi ad aver innescato questa sciagurata crisi di governo. Agli elettori lo dobbiamo spiegare: il dito va puntato sui 5 stelle e sul Pd. Noi abbiamo detto a Draghi: prosegua senza i 5 stelle. Il premier non ha ritenuto di proseguire. Non abbiamo potuto che prenderne atto. E i casini sarebbero successi comunque ad agosto, o a settembre, o a ottobre. Era una maggioranza che avrebbe prodotto solo stallo. Prima si riparte, meglio è». --© RIPRODUZIONE RISERVATA