È fuori pericolo la 22enne colpita dalla meningite

chioggiaHa ripreso a respirare spontaneamente la ventiduenne che venerdì scorso era stata ricoverata in terapia intensiva a Chioggia a causa della meningite. A seguito di accertamenti svolti in questi giorni, si è scoperto che il batterio che aveva causato la meningite è lo pneumococco, meno contagioso rispetto al più temuto Neisseria meningitidis. Ieri la giovane, straniera ma residente in città, ha ripreso conoscenza, è stata estubata e oggi uscirà dalla stanza di isolamento per poter ricevere l'abbraccio dei familiari. Venerdì, quando ancora non si sapeva il batterio che l'avesse colpita, tre componenti del suo nucleo familiare ed otto colleghi di lavoro rimasti a stretto e prolungato contatto con lei nei giorni precedenti erano stati sottoposti a profilassi antibiotica preventiva. Ora il Sisp dell'Usl non ritiene necessarie ulteriori attività di profilassi o vaccinazione nei loro confronti. «Siamo contenti per i miglioramenti della ragazza», dice il primario Massimo Todesco, «così come per l'esito delle analisi che hanno rilevato la presenza di un batterio meno minaccioso rispetto ad altri, capaci di scatenare le meningiti più contagiose». La ragazza già da qualche giorno prima del ricovero si sentiva poco bene e questo è compatibile col tipo di batterio che l'ha colpita. Lo pneumococco è l'agente più comune di malattia batterica invasiva. Oltre alla meningite, può causare quadri clinici di sepsi, polmonite o infezioni delle prime vie respiratorie. Si trasmette per via respiratoria e lo stato di portatore è comune (5-70% della popolazione adulta). Esistono più di 90 tipi diversi di pneumococco. Le meningiti e le sepsi da pneumococco si presentano in forma sporadica e non è indicata la profilassi antibiotica per chi è stato in contatto con un caso, poiché non si verificano focolai epidemici. Per lo pneumococco in Italia sono disponibili 3 vaccini. Il trattamento della meningite batterica si basa soprattutto sulla terapia antibiotica. L'identificazione e la caratterizzazione del batterio che causa la malattia è importante per orientare la terapia antibiotica e per definire se sia necessaria la profilassi dei contatti. La prevenzione gioca un ruolo determinante. «Da anni è in atto un'efficace attività di prevenzione per tutti i ceppi di meningite», dice Vittorio Selle, direttore del Dipartimento di prevenzione dell'Usl 3, «Anche per quanto riguarda lo pneumococco, la sanità pubblica offre e suggerisce la vaccinazione ai bambini, ma anche agli adulti che hanno superato i 65 anni d'età». L'Istituto superiore di sanità vede tra i fattori di rischio l'età (soprattutto i bimbi sotto i 5 anni e altre fasce d'età a seconda del germe), la stagionalità, la vita di comunità, il fumo o l'esposizione al fumo passivo e la coesistenza con altre infezioni delle prime vie respiratorie o con immunodeficienze. --Alberto Sanavia © RIPRODUZIONE RISERVATA