Senza Titolo
la letteraIl problema su cui invito tutti a riflettere è quello della rappresentanza e della rappresentatività. Sin dall'inizio della vertenza le OOSS, spesso supportate da alcune parti politiche, si sono prodigate in una partita a scacchi tra le varie sigle finalizzata a non perdere iscritti e/o a portarli via alle altre a suon di comunicati, dichiarazioni di sciopero e commenti sui giornali che miravano "alla pancia" della gente. Ciò avveniva anche diffondendo tra i lavoratori e i cittadini informazioni errate o incomplete costruendo una narrazione dei fatti talmente "ben distorta"da essere perfino credibile. Poiché ritengo la "buona fede" vada riconosciuta fino a prova contraria, si apre un altro grave problema: quello della competenza e della conoscenza di leggi e norme da parte dei rappresentanti dei lavoratori. Qualunque grande azienda ha bisogno di poter interloquire costruttivamente con le parti sociali ma queste ultime devono assumersi la responsabilità della "verità" e della completezza delle informazioni date ai lavoratori che rappresentano. Ciò richiede sacrificio, ore di studio e di ricerche documentali, umiltà di farsi spiegare le cose, voglia di approfondire e confrontarsi e certezza di averle capite bene prima di riferirle ai lavoratori. Troppe volte in questi mesi ho incontrato e chiacchierato con dipendenti del Gruppo Avm che erano all'oscuro di molte questioni. Troppe volte ho letto in questi mesi comunicati sindacali dai cui contenuti si può evincere la non conoscenza di accordi, contratti e norme legislative vigenti e, al contempo, la convinzione che basti alzare i toni per ottenere il ritorno a ciò che è stato. Ciò deriva anche da un passato remoto dove il leit motiv era "Servizi ai cittadini per aumentare il consenso politico e Pace sociale all'interno del Gruppo per evitare di disturbare lo status quo". Tale leit motiv ha portato via via costi strutturali non sostenibili. Fino a quando "qualcuno" pagava e il servizio di trasporto pubblico non era strettamente regolamentato come dovrà essere, questi costi erano in qualche modo gestiti ma hanno generato confusione tra il concetto di Diritto (alla mobilità dei cittadini e alle regole di lavoro dei dipendenti) e il concetto di Comodità (complice anche la oggettiva peculiarità della nostra bella Venezia). In questo contesto e a fronte di un Ccnl che prevede l'accordo tra le parti sociali su 5 (cinque) questioni, in Actv dagli anni '70 al 2012 abbiamo collezionato oltre 1.300 accordi e ogni argomento per abitudine diventava oggetto di trattativa e scambio: un modello di gestione praticamente cooperativa, recentemente già in parte modificato ma che oggi necessita di ulteriori correttivi per garantire quella redditività e efficienza richiesta dalle nuove regole del settore Tpl. Ora la vera sfida è capire se veramente la parte sindacale e i lavoratori vogliono dare soluzione a certi problemi, e sedersi al tavolo in modo costruttivo, tenendo conto anche delle condizioni notevolmente mutate del mercato del lavoro e della reale situazione economico finanziaria dell'azienda che rimarrà pubblica e che si appresta ad un cospicuo piano investimenti in ottica di ammodernamento green della flotta di tutti i suoi mezzi e di innovazione digitale dei servizi alla clientela. --Giovanni SenoDirettore Generale Gruppo AVM