Aiuti di Stato illegali paga la Regione Caos sulla sanatoria
il casoSoldi pubblici per aiutare aziende che hanno percepito (indebitamente per la Corte di giustizia) soldi pubblici e che ora non riescono a restituire. Un affare serio, per quanto labirintico, che vede gravare sul Veneto un macigno di oltre 2,4 milioni di euro di aiuti di Stato da recuperare. Il caso (ma bisognerebbe dire il tempo) vuole che nel frattempo la gran parte delle aziende siano finite in procedura fallimentare. Tuttavia ne restano alcune (sarebbero quattro) chiamate a scucire 200mila euro. Per casi come questi, lo Stato è sotto procedura di infrazione europea: l'Italia è stata condannata al pagamento di una somma forfettaria di 30 milioni di euro e di una penalità di mora semestrale di 12 milioni per ogni sei mesi di ritardo nel completamento del recupero. Insomma, bisogna fare in fretta. E la giunta regionale interviene cercando di mettere un pezza.È così che ieri, in III commissione del Consiglio regionale, tra sguardi smarriti (nella maggioranza) e preoccupati (della minoranza) è stato approvato il progetto di legge numero 148 di modifica alla legge regionale "Misure urgenti per il supporto alla liquidità delle imprese colpite dalla crisi correlata all'epidemia Covid-19". Tra le aziende interessate all'attività di recupero ce ne sono alcune che producono e commercializzano il vetro artistico di Murano ed altre che operano nel settore della pesca di Venezia e Chioggia. Imprese che non hanno la liquidità per rimborsare l'aiuto indebitamente ricevuto. E quindi? La giunta regionale prevede, tramite Veneto Sviluppo, un aiuto (fino all'importo massimo di 500mila euro) per tali aziende tramite risorse attualmente a disposizione della stessa finanziaria regionale. Questo in virtù di una citata deroga al divieto di concessione di aiuti di Stato a imprese beneficiarie di aiuti di Stato illegali non rimborsati. Terreno scivoloso, ad alto rischio di nuovo contenzioso e rilievi dei giudici contabili, sul quale si potrebbe profilare l'eventuale responsabilità politica. Ed è così che dopo l'opposizione al provvedimento animata da Jonatan Montanariello e Francesca Zottis (Pd), alla luce della scarse rassicurazioni arrivate circa anche la costituzionalità del provvedimento, è stata la stessa maggioranza a chiedere una sospensione per fare un po' di luce. Nel frattempo più di qualcuno della maggioranza si defilava, il Pd abbandonava l'aula in segno di protesta e il resto della maggioranza bastava per far passare il Pdl con l'impegno a «maggiori approfondimenti» prima del voto. --M.MAR.