Salvataggio di Ceramica Dolomite ultimo gesto d'amore per il Veneto
la storiaLa storia di Leonardo Del Vecchio e del Bellunese sono cresciute insieme, grazie a quel forte legame che il patron di Luxottica aveva con questo territorio. E una prova di questo attaccamento è l'operazione di sostegno al rilancio della fabbrica di Trichiana, la Ceramica Dolomite, in cui ha creduto fin da subito.Alla fine del 2021, infatti, la fabbrica allora di proprietà della multinazionale Ideal Standard rischiava di chiudere i battenti. Questo almeno l'intento della multinazionale, lasciando a casa 450 lavoratori. Ma a prendere le redini in mano ci sono stati sindacati, comune e Regione, insieme con il ministro per i rapporti col Parlamento, Federico D'Incà. Tramite l'interessamento di questi attori, all'inizio del 2022 è stato presentato il progetto che servirà a ridare una nuova vita allo stabilimento di Trichiana e al vecchio marchio Ceramica Dolomite. Il piano è andato in porto e a breve si inizierà a produrre sanitari in ceramica a Trichiana, come ai bei vecchi tempi. L'operazione nata all'inizio del nuovo anno ha messo attorno al tavolo una cordata di imprenditori veneti (Enrico Marchi per Banca Finint, Luigi Rossi Luciani con la holding Luigi Rossi Luciani Sapa e Bruno Zago con la Za-Fin Srl), uniti sotto l'egida di patron Del Vecchio. E la presenza del Cavaliere è stata sicuramente un elemento di garanzia per la riuscita del piano. Vedere il suo nome, anche se tramite la sua finanziaria Delfin, ha fatto tirare un sospiro di sollievo, non solo ai 450 lavoratori che rischiavano di rimanere senza un impiego, ma anche agli amministratori di Borgo Valbelluna, che temevano di rimanere schiacciati sotto il peso di due crisi: quella dell'Ideal Standard, appunto, e quella di Acc. Un'operazione che è andata a buon fine grazie a questo senso di riconoscenza verso il Bellunese, che lo stesso Del Vecchio ha espresso qualche tempo fa in una nota. «Sono felice di contribuire al rilancio di una realtà industriale del Veneto, che è stato tanto generoso con me». A rassicurare che il progetto trichianese non subirà fermate è anche Enrico Marchi, presidente di Banca Finint, che insieme a Del Vecchio è stato tra le anime del piano. «Lui ha accolto con piacere ed entusiasmo questo nostro piano, perché la sua idea era quella di poter fare qualcosa per il Bellunese. E sono contento che qualche tempo fa il patron di Luxottica abbia potuto esprimere personalmente con una nota la sua soddisfazione e le motivazioni che lo hanno portato ad appoggiare il progetto. Progetto», prosegue Marchi, «che continuerà, ora con più grinta e affiatamento tra le società in campo in ricordo proprio di Del Vecchio. Quello che dispiace è aver perduto un imprenditore grande visionario, che guardava sempre avanti, tenace nelle sue convinzioni. Avevamo in programma a settembre di invitare il cavalier Del Vecchio a visitare la fabbrica di Trichiana. Adesso purtroppo lui non ci sarà». --pda© RIPRODUZIONE RISERVATA