L'esempio Aquafil rotta sulla Norvegia per i rifiuti di nylon
L'apertura del capitale agli investitori istituzionali si rivela spesso una mossa decisiva per accelerare la crescita internazionale. Come dimostra il caso della Fedrigoni, oggi tra i primi produttori al mondo nella produzione e vendita di carte speciali per packaging, che fa capo al fondo di private equity Bain. Nel 2020, poco prima che scoppiasse la pandemia di Covid-19, l'azienda veronese ha condotto in porto un tris di acquisizioni, l'italiana Ritrama, la messicana Ip Venus e la statunitense Acucote, con l'obiettivo di espandere la posizione di leadership globale non solo nel mondo delle carte speciali, ma anche nei materiali autoadesivi.Intanto la difficoltà di gestire filiere particolarmente lunghe, emersa con la crisi pandemica, ha spinto l'azienda a programmare lo spostamento di molte delle produzioni di scatole e shopping bag dall'Asia all'Europa. L'internazionalizzazione ha spesso costi importanti e questo spiega il ruolo di Finest, che supporta le imprese del Triveneto acquisendo quote di minoranza delle joint venture estere e sviluppando finanziamenti esteri diretti a favore delle imprese. Da poco si è concluso il primo anno del progetto "Sistema Nordest per l'internazionalizzazione", che ha visto le Regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto promotrici di un programma di attività a sostegno delle imprese trivenete impegnate sui mercati globali, con il coinvolgimento di Finest.In questo ambito sono stati finanziati e realizzati 31 video promozionali a favore di altrettante imprese del territorio che, sfruttando la tecnologia digital, avranno a disposizione uno strumento utile per raggiungere clienti e buyers esteri in un'epoca storica di restrizioni agli spostamenti. Tra le altre cose, la società per l'internazionalizzazione ha affiancato la bolzanina Gruber Logistics nello sviluppo in Lituania finalizzato a incrementare la flotta a carburanti alternativi, con l'acquisto in particolare di veicoli a metano liquido prodotto da biomasse avanzate, carburante che garantisce l'abbattimento delle emissioni inquinanti fino al 95%. A pochi chilometri di distanza si trova la sede della trentina Aquafil, che ha da poco rilevato il 32% della norvegese Nofir con l'obiettivo di diversificare gli approvvigionamenti, asset decisivo per il business aziendale, il recupero dei rifiuti di nylon.Un altro esempio di come la diversificazione geografica, abbinata al coraggio imprenditoriale, possa aprire nuove strade di sviluppo alle aziende del territorio. --Luigi dell'Olio© RIPRODUZIONE RISERVATA