Gas, il governo rinvia lo stato di allerta

Uski AudinoLuca MonticelliIl governo non ha intenzione di alzare la soglia di allerta sul gas, almeno per il momento. Nella riunione in programma oggi al ministero della Transizione ecologica, il Comitato tecnico di emergenza e monitoraggio non innalzerà lo stato attuale di "pre-allarme" ad "allarme". La situazione internazionale è tutt'altro che chiara, ma il ministro Roberto Cingolani vuole procedere con cautela, anche perché il metano non manca, nonostante il taglio delle forniture applicato dalla Russia rispetto alle richieste dell'Eni. La quota di gas erogata da Mosca è rimasta stabile negli ultimi cinque giorni, spiegano ambienti vicini al dossier, semplicemente non è stata soddisfatta la domanda più alta dell'Italia, che ha bisogno di riempire gli stoccaggi. Il mantra che Cingolani va ripetendo è: non facciamo allarmismi, anche perché un segnale negativo ai mercati farebbe salire ulteriormente i prezzi, rendendo ancora più oneroso saturare gli stoccaggi. Che è il vero obiettivo da raggiungere da qui all'autunno per affrontare l'inverno senza problemi, e non dover sottostare ai ricatti di Putin. Le scorte sono al 50-55%, un bel salto in avanti rispetto al 30% dell'inizio dell'anno, tuttavia preoccupano i costi. Alla borsa di Amsterdam, infatti, i futures segnano un rialzo che tocca i 126 euro al Mwh. E proprio in Olanda, come in Germania, si riattiveranno le centrali a carbone per sopperire al fabbisogno energetico.A favore dell'Italia giocano i nuovi flussi di gas provenienti da altre fonti, come l'Algeria che è diventata il nostro primo fornitore. Ieri Snam ha quantificato dal gasdotto di Mazara del Vallo una quantità di metano in arrivo dall'Algeria di 74,3 milioni di metri cubi. Venerdì scorso dal Paese nordafricano ne erano giunti 64,3 milioni. Dal valico di Tarvisio il flusso di gas russo ieri era di 34,2 milioni di metri cubi, venerdì era stato di 34,7 milioni. Dall'Azerbaijan, invece, tramite il gasdotto Tap di Melendugno, si registrano 29,2 milioni di metri cubi. Costante la fornitura dai rigassificatori di Rovigo e La Spezia, mentre è in aumento quella da Livorno. Insomma, Snam ieri ha stimato una immissione in rete di gas di 207 milioni di metri cubi, contro una domanda giornaliera nazionale di 156,3 milioni, e uno stoccaggio di 25,3 milioni di metri cubi.Quanto alla riunione del Comitato di emergenza e monitoraggio del gas, fissata oggi al Mite, il ministro Roberto Cingolani non ci sarà. Saranno presenti i tecnici, i direttori generali dei dicasteri interessati, e rappresentanti di Arera, Terna, Snam, delle imprese di trasporto, di stoccaggio e degli impianti di rigassificazione. Il ministro ha convocato per domani pomeriggio il tavolo con i vertici delle principali aziende del settore energetico, tra cui Eni ed Enel. Qui si decideranno i provvedimenti da prendere in base alle statistiche della settimana. Cingolani, come previsto dal decreto del 1° marzo, può decidere interventi straordinari di salvaguardia in modo indipendente, senza la necessità del passaggio allo stato di allarme.Intanto, il premier Mario Draghi potrebbe incassare un'apertura dalla Germania sul price-cap. Fonti vicine al governo di Berlino riferiscono che l'opzione di un tetto al prezzo del gas è una proposta che può essere presa in considerazione nel caso di un'attuazione concordata al livello globale. Cosa si intenda con "globale" è la grande incognita su cui si interrogano gli osservatori. Si cerca un accordo tra i paesi della Ue insieme ai Paesi del G7, cioé Canada, Usa, Giappone e Regno Unito o si punta ad un'alleanza più estesa? Le fonti rendono noto che di questo tema si discuterà intensamente al prossimo vertice dei Capi di Stato e di governo del G7 in Baviera a Elmau, il prossimo 26-28 giugno. «Non c'è alcun cambiamento di atteggiamento al riguardo», ha ribadito la vice-portavoce del governo, Christiane Hoffman. Ma qualcosa potrebbe cambiare. --© RIPRODUZIONE RISERVATA