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Carlo Bertini / ROMA«Un delirio estenuante»: così lo bolla chi per quattro ore è chiuso nella sala di Palazzo Cenci, sede della commissione Esteri del Senato, proprio sopra il caffé Sant'Eustachio, dove governo e maggioranza discutono le cinque righe da infilare nella risoluzione da votare oggi dopo le parole di Draghi alla vigilia del vertice Ue sull'Ucraina. Cinque righe per ottenere un maggiore coinvolgimento del Parlamento in ogni passaggio cruciale, per dare soddisfazione a Giuseppe Conte e al Movimento, funestati da uno psicodramma senza fine. Eccole: «Si impegna il governo a continuare a garantire il necessario coinvolgimento del Parlamento, secondo le procedure definite dal decreto sull'Ucraina 14/22 (che autorizza l'invio delle armi, ndr.) e dalla normativa vigente, in occasione dei summit internazionali sulla guerra in Ucraina e per le misure di sostegno alle istituzioni ucraine, comprese le forniture militari». Per ore M5s e Leu alzano i toni, ma alla fine su questo testo sono tutti i partiti d'accordo: il governo però si riserva una valutazione più approfondita e darà il via libera stamane. Il passaggio sulla «normativa vigente» desta perplessità, perché rimanda alle informative che il premier è tenuto a fare prima dei vertici europei e quindi a Palazzo Chigi temono che se formulata così, la risoluzione costringerebbe il premier a continui resoconti e votazioni. Ma c'è poco da fare, stamane dovrebbe essere questo il testo votato, anche se ieri alla fine pure la capogruppo dei 5stelle Mariolina Castellone frenava sul riferimento al decreto già in vigore sull'invio delle armi, che non dà il senso di una de-escalation militare.Ma dopo una giornata convulsa, con interminabili vertici dei 5stelle per sfiduciare Luigi Di Maio, terminati con una frenata sull'espulsione ma con una dura nota di censura; dopo uno scontro istituzionale al massimo livello, con il presidente della Camera Fico che si scaglia, «arrabbiato e deluso», contro il ministro degli Esteri; e dopo riunioni tempestose tra i partiti per mettere nero su bianco una risoluzione potabile per tutti (che sia pro-Draghi, pro-pace ma anche pro-Ucraina), resta agli atti una certezza: il governo oggi non cadrà. Tutti concordano, da destra a sinistra e anche a Palazzo Chigi si percepisce una certa tranquillità. Pure se il botta e risposta Fico-Di Maio è aspro: il primo bacchetta la «mistificazione su posizioni mai assunte dai 5stelle su Nato e Ue»; il secondo si dice «stanco degli attacchi dei 5stelle, anche con cariche istituzionali».Il premier Draghi oggi alle 15 comunque terrà il suo discorso alla vigilia del vertice Ue, dove rimarcherà il sostegno a Kiev e il posizionamento dell'Italia nello scacchiere internazionale. Preceduto da un accorato appello lanciato ieri da Zelensky, «per favore sosteneteci». Il Parlamento poi approverà un documento di sostegno che suonerà come un vodo di fiducia. Non si mettono dunque in forse le scelte fatte fin qui, quello di cui si discute è la formula da usare nella risoluzione per dare voce alle Camere nelle scelte da compiere, specie se sarà richiesto un ulteriore invio di armi. Palazzo Chigi stoppa le richieste grilline di un voto per ogni passaggio nella crisi Ucraina, sulla falsariga di quanto si faceva con i Dpcm di Conte ai tempi della pandemia, non accettando in sostanza di far commissariare il premier agli occhi dei partner internazionali. Quindi ieri sera alle 21, malgrado quattro ore passate a discutere, il vertice tra i partiti della maggioranza (M5s, Pd, Leu, Iv, Lega e Forza Italia) con il governo (Enzo Amendola e Federico D'Incà) ancora non aveva trovato un accordo finale. «Spero si trovino le ragioni dell'unità», è l'appello di Enrico Letta. «Il governo non rischia, parliamo di pace», quello di Matteo Salvini. «Usano l'Ucraina per una resa dei conti interna», attacca Matteo Renzi. Le tensioni nei 5stelle comunque sia, lasciano sul terreno un alone di instabilità dell'esecutivo e aprono diversi interrogativi: cosa farà Draghi se il ministro degli Esteri dovesse uscire dal Movimento? Lo lascerà al suo posto sfidando Conte, come si ipotizza nei Palazzi? --© RIPRODUZIONE RISERVATA