Intesa fra Draghi e Bennett «Grano, corridoi sicuri»
inviato a gerusalemmeSe i calcoli del governo italiano sono giusti, entro luglio la situazione sul campo di battaglia in Ucraina potrebbe essere a una svolta. Molto dipenderà dai tempi dell'avanzata russa, e se Mosca conquisterà una vittoria militare in Donbass a breve. A quel punto si cristallizzeranno le posizioni di entrambi e si delineeranno gli spazi dentro i quali sarà più realisticamente possibile trattare. Qual è l'obiettivo di Vladimir Putin e quanto margine avrà il presidente Volodymyr Zelensky per opporsi? Queste sono le domande a cui i leader europei vogliono cercare una risposta.Domani, Mario Draghi, Olaf Scholz ed Emmanuel Macron proveranno a trovarla direttamente a Kiev. Un viaggio che entra di fatto nella storia. L'organizzazione della trasferta affidata all'intelligence militare a poche ore dalla partenza è ancora top secret, ma basta immaginare solo il treno che nella notte attraverserà l'Ucraina, per portare tutti e tre assieme nella capitale e riportarli la notte successiva al confine, a dare il senso della sua potenza simbolica. Ciò che trapela dallo staff di Draghi è infatti il significato politico del viaggio. La fotografia accanto a Zelensky nella capitale bombardata è il messaggio al mondo dell'Europa che pianifica l'ingresso di Kiev nella sua famiglia. Ma, nelle intenzioni dei tre Paesi, è anche un messaggio a Vladimir Putin e agli Stati Uniti. Vista da Palazzo Chigi, è l'Unione europea che ritrova nella compattezza dei suoi leader una linea di maggiore autonomia, ovviamente contro il Cremlino ma anche rispetto alle posizioni di Washington. Sono sei settimane che i diplomatici e gli uomini del premier lavorano al vertice. E hanno dovuto faticare non poco per mantenere integro il formato, cercando di ammorbidire la diffidenza che via via è cresciuta in Ucraina verso i tedeschi, percepiti come i più incerti sul sostegno incondizionato a Zelensky, e i più esposti nei legami economici con Mosca. Ieri la russa Gazprom ha annunciato il taglio delle forniture di gas alla Germania via Nord Stream. E come tanti altri, anche a Palazzo Chigi hanno intravisto in questa decisione una prima rappresaglia contro Berlino alla vigilia della visita di Scholz a Kiev. Nella capitale ucraina Draghi arriverà a meno di 48 ore dalla tappa in Israele. Al termine del bilaterale con il primo ministro Naftali Bennet, il presidente del Consiglio italiano ha assicurato che l'Italia «continuerà a sostenere in maniera convinta l'Ucraina, il suo desiderio di far parte dell'Unione Europea». Il governo, ha spiegato Draghi, «continua a lavorare perché si giunga quanto prima a un cessate il fuoco e a negoziati di pace - nei termini che l'Ucraina riterrà accettabili». L'inciso finale è molto importante per capire su quali fragili equilibri si tengono i colloqui in queste ore. Ed è importante che sia stato ribadito qui a Gerusalemme, dove anche si interrogano sulle volontà di Kiev, come premessa necessaria per provare a persuadere Putin. Capire cosa vuole Zelensky vuol dire capire a che punto fissare un traguardo diplomatico. Armi, mezzi e uomini per sminare i porti e liberare le rotte del grano, infine: come e se avviare un percorso che porti al cessate il fuoco. Le triangolazioni tra le cancellerie servono a porre le basi per studiare il perimetro e la fattibilità dei negoziati. Ogni Paese può contribuire facendo leva sulla forza delle proprie relazioni e dei propri interessi geopolitici. In Israele, Draghi è venuto a sondare le intenzioni di Bennet e a cercare la sponda di uno dei partner più ascoltati da Putin. Il premier ha ringraziato il governo israeliano «per il suo sforzo di mediazione» in questa crisi. Dopo la visita allo Yad Vashem, il mausoleo dell'Olocausto di Gerusalemme, Draghi si è appartato con Bennet per un colloquio che è durato più di un'ora. Una buona parte è stata dedicata al gas e al grano, e alle preoccupazioni che tormentano gli israeliani: Tel Aviv dipende per metà del suo fabbisogno dal frumento che arriva dall'Ucraina e dalla Russia, e come per altri Paesi affacciati sul Mediterraneo, la crisi comincia a pesare, anche nella litigiosa maggioranza di governo. Con i tre leader e Zelensky, domani a Kiev ci sarà anche il presidente romeno Klaus Iohannis. Lo ha voluto Macron, anche in rappresentanza dei Paesi dell'Est che si trovano pericolosamente alla frontiera con Putin. Ma la sua presenza ha fatto pure ipotizzare che da Kiev possa arrivare l'annuncio di una prima, parziale soluzione al blocco dei porti. Ieri il presidente americano Joe Biden ha reso noto che gli Usa costruiranno silos temporanei al confine con l'Ucraina per facilitare l'export del grano. E un possibile passaggio alternativo sarebbe proprio il trasporto via terra e l'utilizzo degli scali in Romania. --© RIPRODUZIONE RISERVATA