Avanti il centrodestra grazie a Fratelli d'Italia Il flop M5S frena il Pd
Niccolò Carratelli / romaIl centrodestra vince al primo turno a Palermo, Genova e L'Aquila. Il centrosinistra conquista Padova, Lodi e Taranto, ed è in vantaggio, a sorpresa, a Verona e a Parma, dove si andrà al ballottaggio. Il primo turno delle elezioni amministrative dice che il Partito democratico è la lista più votata in molte delle principali città, mentre va malissimo (dove si è presentato) il Movimento 5 stelle a guida Giuseppe Conte, che ammette: «I dati non ci soddisfano, mostriamo difficoltà nello stare sul territorio, serve una riorganizzazione». Dall'altra parte, Fratelli d'Italia supera quasi ovunque la Lega: anche nelle roccaforti del Nord, come a Verona, si concretizza il sorpasso di Meloni su Salvini. Un risultato che il leader leghista prova a minimizzare: «Il leader della coalizione si deciderà alle prossime politiche», assicura. I sindaci elettiAlcuni sindaci, invece, possono mettersi già a lavoro. O continuare, come i riconfermati Marco Bucci, a Genova, e Pierluigi Biondi a L'Aquila. Mentre a Palermo inizia il suo primo mandato Roberto Lagalla, eletto con una netta maggioranza, nonostante le polemiche per i due candidati nelle liste a suo sostegno arrestati per voto di scambio. Questi i tre comuni più importanti conquistati dal centrodestra, che vince anche a La Spezia con Pierluigi Peracchini, a Pistoia con Alessandro Tomasi, ad Asti con Maurizio Rasero, a Belluno con Oscar De Pellegrin, a Rieti con Daniele Sinibaldi, a Frosinone con Riccardo Mastrangeli e a Oristano con Massimiliano Sanna. Tra i sindaci già eletti anche quello di Messina, Federico Basile, sostenuto da liste civiche e dall'ex sindaco Cateno De Luca. A livello numerico, almeno per quanto riguarda il primo turno, non c'è partita, visto che il centrosinistra piazza solo tre colpi: conferma Sergio Giordani a Padova, rimette al suo posto l'ex sindaco Rinaldo Melucci a Taranto, dove si celebra l'alleanza riuscita tra Pd e M5s, ed elegge il 25enne Andrea Furegato a Lodi. Una vittoria, quest'ultima, fortemente voluta da Enrico Letta, per riscattare la sconfitta di 5 anni fa, tanto che il segretario dem aveva chiuso lì la campagna elettorale. I ballottaggiMa tra due settimane, quando si voterà per i ballottaggi, la fotografia potrebbe essere ben diversa. Perché i risultati migliori il centrosinistra li ottiene proprio nelle città in cui è necessario il secondo turno. A cominciare da Verona, dove parte in vantaggio grazie all'exploit di Damiano Tommasi: l'ex calciatore della Roma è in testa nel confronto con il sindaco uscente Federico Sboarina (FdI). Penalizzato dall'altra candidatura di centrodestra, quella dell'ex sindaco Flavio Tosi, sostenuto da Forza Italia e ora ago della bilancia in vista del ballottaggio. Stesso schema a Parma, con il candidato di centrosinistra Michele Guerra, assessore alla Cultura della giunta Pizzarotti, che sopravanza l'ex sindaco Pietro Vignali, sostenuto da Lega e Forza Italia, ma non da Fratelli d'Italia, che con il suo candidato prende quasi l'8%. Centrosinistra in testa, a sorpresa, anche a Piacenza, dove Katia Tarasconi precede la sindaca uscente Patrizia Barbieri, nonostante il M5s abbia corso da solo, raccogliendo un buon 10%: il miglior risultato per Conte, prezioso in vista del ballottaggio. E poi a Como, a Lucca, a Viterbo e a Cuneo, dove ha sfiorato la vittoria al primo turno con Patrizia Manassero, fermatasi poco sotto il 50%. Anche nella città piemontese i 5 stelle hanno scelto di andare da soli, prendendo meno del 2%: sarebbero stati voti decisivi per evitare il ballottaggio. In tutti gli altri capoluoghi di provincia al voto è in vantaggio il centrodestra: da Gorizia a Catanzaro, da Alessandria, dove c'è un sostanziale parità tra Gianfranco Cuttica (centrodestra) e Giorgio Abonante (centrosinistra), fino a Barletta. E a Monza, dove la sfida si è rivelata più aperta del previsto e il sindaco uscente, Dario Allevi per pochi voti è stato costretto al ballottaggio da Paolo Pilotto. In generale, tra due settimane è il centrodestra a rischiare di più, perché amministra la maggior parte delle città contese. I partitiAnche per questo Enrico Letta è soddisfatto: «Giocavamo in trasferta e il risultato è decisamente positivo - dice il segretario Pd - il centrosinistra vince quando è unito». Un messaggio a Giuseppe Conte, che invece incassa percentuali minime in tutte le città in cui il Movimento 5 stelle ha corso. Il divario di consensi tra gli alleati progressisti si allarga, tanto da ridare fiato a quanti, anche dentro il Pd, vorrebbero mollare i 5 stelle e riavvicinarsi ai centristi, come suggerisce lo stesso Matteo Renzi. Ma il concetto del «solo uniti si vince» viene ripetuto, tale e quale, anche nell'altro campo da Matteo Salvini, che deve fare i conti con un evidente e generale calo di consensi della Lega, cui fa da contraltare una netta crescita di Fratelli d'Italia, anche e soprattutto al Nord. Tanto che Giorgia Meloni dice apertamente di considerarsi la «forza trainante» della coalizione, mentre Salvini assicura di lavorare per fare da «collante». Un copione già scritto da qui alla primavera del prossimo anno. --© RIPRODUZIONE RISERVATA