Nicola Cosentino Dalla Lucania a Mira Il postino del gol

il personaggioCon la Nazionale di Poste Italiane, che scenderà in campo sotto la guida di Angelo Di Livio per fini benefici, è stato convocato Nicola Cosentino, un ragazzo di origini lucane e che ora presta servizio da marzo alle Poste Italiane di Mira. Ventitrè anni, lucano di Lauria, si sta laureando in Scienze motorie. Quando ha cominciato?«Ho iniziato nella squadra del mio paese di provenienza, che è Lauria. A 18 anni venni chiamato dal Catanzaro e, insieme a mio fratello gemello, andammo a giocare con la Primavera. Io però sentivo la mancanza di casa e dunque tornai quasi subito indietro. Mio fratello rimase in Sicilia un po' di più, ma fece la stessa cosa poco dopo. Una volta tornato, giocai in Seconda Categoria con la squadra del mio paese. Lì, fino a febbraio, segnai 25 gol e poi mi ruppi il crociato e il menisco per la prima volta».Come ne è uscito da questo grave infortunio? «In realtà bene. Mi sono operato ad aprile e ad ottobre sono ritornato a giocare. La squadra del mio paese però non mi riteneva pronto e quindi me ne sono andato via e decisi di andare a giocare in Eccellenza, sempre in Basilicata, dove mi tolsi grandi soddisfazioni. La stagione successiva, quella 2018/19, me ne andai a giocare in Sicilia, sempre in Eccellenza, dove però rimasi fino ad ottobre perché scoprì di essermi rotto entrambi i crociati. Nonostante questo, non ho mai pensato di smettere di giocare, capì che dovevo rimboccarmi le maniche e cercare di costruirmi un futuro solido».Dunque, ha cercato un'alternativa lavorativa?«Esatto e andai a lavorare a Brescia. Mentre ero lì trovai una squadra a Brescia città, con la quale non mi trovai, anche perché non mi trattarono molto bene. Allora me ne andai in un'altra squadra, sempre in provincia di Brescia, il Pralboino, che militava in Prima Categoria. Lì segnai in tutte le partite e stavo veramente bene e, inoltre, arrivò una grande soddisfazione: a dicembre 2021 la squadra di Brescia città che non mi trattò nel migliore dei modi mi richiamò per andare a giocare lì, ma per una questione di orgoglio rifiutai. Dal primo marzo sono a Mira, con un contratto a tempo indeterminato e sono molto felice».Qual è il suo modo di giocare? E quali sono i suoi punti di riferimento nel calcio? E nella vita?«Ci tengo moltissimo a ringraziare mia madre, che è sempre stata un punto di riferimento per me. Se non fosse per lei ora non avrei molte delle soddisfazioni che mi sono tolto, come ad esempio avere il lavoro che ho ora. È stata lei a convincermi a fare domanda. Mi ha sempre aiutato e sostenuto nelle decisioni che ho preso. Riesce a trasmettermi grande tranquillità, ha un modo di fare molto equilibrato. In campo invece mi sono sempre ispirato ad Ibrahimovic, essendo io una prima punta alta 1,89». --Federico Busato