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l'intervistaEra commosso ieri mattina a Piacenza Sebastiano Favero durante la lettura dei voti che l'hanno riconfermato alla guida dell'Associazione nazionale alpini per i prossimi tre anni. I 373 voti su 480 delegati e il lungo applauso finale sono segni di una fiducia espressa in un momento difficile, dopo l'adunata di Rimini e le accuse alle penne nere di molestie da parte di un gruppo di donne. Originario di Possagno, ingegnere classe 1948, Favero è al quarto mandato e presiede l'Ana dal 19 maggio 2013. La rielezione le ha fatto spuntare le lacrime. «Quella di oggi è una indicazione importante, segno di stima e stimolo per proseguire il cammino intrapreso a favore di un'associazione a cui voglio veramente bene. Abbiamo passato momenti oserei dire drammatici».Allude a Rimini?«Parlo del Covid e di tutto quello che ha comportato per noi e per la popolazione in generale. Abbiamo perso persone care, anche nostri alpini sono "andati avanti", c'è stata l'incredulità, lo sconcerto, i problemi da affrontare in una pandemia che ha registrato giorni terribili. Abbiamo saltato due adunate nazionali e congelato le attività dei gruppi. Eppure nel disastro è emerso il cuore degli alpini che non hanno avuto paura, si sono rimboccati le maniche mettendosi a disposizione delle amministrazioni per distribuire medicinali, cibo, mascherine. Abbiamo presidiato i centri vaccinali, ripristinato ospedali dimessi nel Veneto e in una settimana costruito un ospedale con 150 letti di terapia intensiva a Bergamo donando complessivamente 5 milioni e 400 mila ore di volontariato».E poi la tegola di Rimini, a che punto sono le indagini?«Ho sentito la scorsa settimana il sindaco di Rimini che ci ha rinnovato la solidarietà. Ad oggi delle 500 presunte molestie una sola è sfociata in denuncia e sull'attendibilità stanno indagando le forze dell'ordine. Noi abbiamo creato un pool con avvocati ed esperti di comunicazione per valutare i fatti, accogliendo informazioni dalle nostre sezioni, notizie e testimonianze. Vogliamo capire cosa sia successo anche perché sono emerse indicazioni che forse il clamore non è stato spontaneo. Sia ben chiaro: io condanno ogni molestia e violenza, sia compiuta da alpini o da altri e se emergeranno fatti concreti sarò il primo a condannarli, ma è necessario fare chiarezza».Nei prossimi tre anni c'è un obiettivo che intende perseguire? «Uno degli impegni principali sarà ottenere il ripristino della leva obbligatoria, che considero strumento fondamentale di crescita per le giovani generazioni. Ci conforta l'esperienza compiuta con i campi scuola rivolti alla fascia 16-25 anni. I ragazzi hanno dimostrato di apprezzare e di capire quanto sia importante condividere dei valori concreti, relazioni reali e non solo virtuali com'è la moda imperante di questa società che spersonalizza, diffondendo spesso notizie non verificate. È necessario ristabilire sani rapporti, veri, tra persone ed è per questo che chiediamo con forza a chi governa di riattivare il periodo di servizio dei giovani alla Patria: porterebbe dei benefici alle nuove generazioni e all'intera società».E il questionario che state diffondendo fra gli iscritti che scopo ha?«Abbiamo deciso di coinvolgere i 340 mila iscritti tra cui 250 mila alpini e i 90 mila amici e aggregati per capire quale possa essere il futuro dell'associazione. Già alla fine degli anni Settanta sono stati aggiunti nello statuto temi di impegno fondamentali come la salvaguardia della montagna, il potenziamento di volontariato e protezione civile. Settori che nei due anni di pandemia hanno lavorato intensamente con parrocchie e amministrazioni. Ho tenuto recenti incontri al ministero della Difesa e del Lavoro affinché il nostro impegno sia sempre più efficace attuando sinergie che amplino i settori di intervento ad esempio nella difesa dell'ambiente».Appuntamenti in calendario?«Lunedì 6 giugno parte da Ventimiglia la staffetta che celebra i 150 anni dalla nascita del Corpo degli Alpini. Arriverà a Trieste il 2 luglio e percorrerà luoghi significativi del Veneto tra cui il sacrario di Cima Grappa: accanto alla solidarietà per noi è fondamentale la memoria di coloro che diedero la vita perché il nostro Paese avesse un futuro». --Laura Simeoni© RIPRODUZIONE RISERVATA