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Antonio SimeoliINVIATO A NAPOLIL'attimo sfuggente di Mathieu Van der Poel. L'olandese della Alpecin punta forte sulla tappa di Napoli, una lunga e movimentata "volata" di 153 km tra paesaggio da favola, migliaia di tifosi sulle strade e sole da impazzire. Quando sente la gamba va così, dicono. Attacca, spesso vince, spesso anche perde. Come ieri. Fregato da un volpone belga che di nome fa Thomas e di cognome fa De Gent, quasi 36 anni di esperienza. Dieci anni fa, con vittoria sullo Stelvio, si piazzò terzo al Giro della meteora Hesjedal, ieri ha vinto in volata in via Caracciolo "guardato a vista" anche dalla portaerei americana Truman al largo che, di questi tempi, non sai se definirla rassicurante o preoccupante.È l'esito di una tappa corta e spettacolare. I big guardano al tappone di oggi sul Blockhaus, i cacciatori di tappe vanno. Parte una fuga di una ventina di corridori. Tra gli altri ci sono Diego Ulissi (Uae), Andrea Vendrame (Ag2r), Biriam Girmay (Intermarchè), re d'Eritrea, De Gent e il francese filosofo Guillarme Martin (Cofidis), che così rientrerà in classifica alla grande. Vdp allunga, aspetta, attacca, sfida quasi i rivali, insomma, è il più forte. Si va sul circuito di Monte di Procida, una salita da ripetere 4 volte, altri strappi insidiosi. "Vdp", la prima maglia rosa di questo Giro, a 40 km dalla fine rompe gli indugi. Un anno fa alla Tirreno Adriatico fece così: bye bye a tutti e via all'arrivo. Qui i rivali stanno in campana. E De Gent va di esperienza: contrattacco sulla scia di un veronese di Bovolone in formissima: Davide Gabburo corre per la Bardiani, ha 29 anni. Con loro un compagno di De Gent alla Lotto, Harm Vanhoucke, e lo spagnolo Jorga Arcas (Movistar). Vanno d'accordo, riescono ad arrivare al traguardo. La coppia Vdp-Girmay si sveglia tardi e resta con un pugno di mosche in mano.De Gent fa festa, ringrazia il compagno. Vdp, 7°, è furibondo, declina l'invito al "Processo alla tappa" Rai. Brucia perdere anche a lui. «Un'altra volta» si scusa. Più in là Gabburo e la sua Bardiani esultano per il miglior piazzamento di un italiano finora in questo Giro.Senza le foglie di fico di Nibali, Colbrelli, Viviani, Ganna e del quartetto, il movimento annaspa. Ma finché i genitori non potranno mandare i figli a correre in bici senza temere per la loro incolumità, vista la giungla che c'è sulle strade, o nelle giovanili i ragazzi non saranno spremuti come limoni prima delle corse vere, andrà anche peggio.All'estero non è così. Guardate lo spagnolo Juan Pablo Lopez (Trek). Sorride, ha personalità. Ieri ha battagliato col tedesco Lennard Kamna (Bora) che ha cercato di strappargli la maglia rosa. Oggi si difenderà sul Blockhaus: «Sono i giorni più beli della mia via, comunque vada», dice. Col sorriso. Quello che, almeno ieri, non aveva Vdp. --© RIPRODUZIONE RISERVATA