Effetto lockdown, boom di arresti e Daspo Il questore: «Ma la repressione non basta»
Carlo Mion«Il mio non è il bilancio di un anno, ma bensì di tre. Tre anni nei quali è successo di tutto e ne siamo usciti a testa alta. Sono arrivato nel 2019 e c'è stato l'incidente della nave a San Basilio, poi l'Acqua granda del novembre dello stesso anno. Per certi aspetti situazioni che entrano in una certa logica a cui siamo abituati. Non eravamo certo abituati a gestire una pandemia che per due anni ha cambiato la vita alle persone. Ma nonostante tutto questo la Polizia a Venezia ha retto e per questo ne vado fiero».Quello del Questore Maurizio Masciopinto più che il bilancio è una sorta di saluto alla città in quanto, incrociando dita e toccando cornetti da buon partenopeo qual è, potrebbe essere la sua l'ultima Festa della Polizia da Questore di Venezia. Infatti sono trascorsi i fatidici tre anni di permanenza in laguna e quindi dovrebbe arrivare il trasferimento.Questore Masciopinto nonostante tutte queste emergenze la polizia a Venezia ha risposto alla richiesta di sicurezza della città?«Io credo che in questi anni, soprattutto negli ultimi due, le donne e gli uomini della Polizia, hanno risposto in maniera positiva a quanto ci veniva richiesto. Abbiamo gestito ben 1.500 servizi di ordine pubblico, 500 all'anno, senza che accadesse nulla. Tra questi un G20 in periodo a forti tensioni a livello internazionale. A questi si devono aggiungere gli oltre 4.000 servizi di controllo del territorio. Senza dimenticare che ci sono stati notevoli sequestri di droga e arresti di bande che mettevano a ferro e fuoco le abitazioni della gente. Ritornando alla pandemia mi piace sottolineare che a Venezia non ci sono stati scontri tra polizia e popolazione come avvenuto in altre realtà. Vuol dire che polizia e popolazione hanno avuto rispetto reciproco. È stato garantito il diritto a manifestare a tutti. E lasciatemelo dire questo è anche la dimostrazione di un elevato grado di professionalità di chi ha gestito l'ordine pubblico e chi, come la Digos, sapeva come prevenire».È indubbio che un gran lavoro non ha però consentito di individuare però là soluzioni a delle annali criticità in alcune zone della città. Vedi lo spaccio e la microcriminalità a Mestre. È impossibile trovare una risposta a questi fenomeni?«Mi rendo perfettamente conto di questo. Ma è pur vero che lo spaccio in certe aree di Mestre, non può rimanere solo una questione di polizia, di repressione. È diventata soprattutto una questione sociale e se non si trovano delle risposte in campo sociale l'attività di repressione potrà al massimo contenere il fenomeno. Stesso discorso va fatto per la microcriminalità. Non mi stancherò di ripeterlo: se ci sono due ragazzini di 15 anni che vanno in giro alle 2 di notte a spaccare i finestrini delle auto non sarà mica un problema di polizia? È la cartina al tornasole di un forte disagio. O se c'è lo straniero che per rubare 12 euro nella macchinetta del caffè spacca una vetrata da 8 mila euro non è un problema sociale?».Questore i dati forniti e relativi al 2021 sono positivi rispetto all'anno prima e con valori che impressionano. Come mai?«Semplicemente il confronto avviene con un anno in cui ci sono stati lunghi mesi di lockdown e la gente rimaneva chiusa in casa. Alcuni testimoniano però della sofferenza delle persone rimaste chiuse. In questo senso vanno letti i numeri relativi agli ammonimento per le violenze in famiglia e lo stalking. È la testimonianza della tensione che si sono accumulate nella convivenza forzata tra le mura domestiche o nella solitudine in cui sono state costrette le persone».Un rammarico in questi tre anni?«Sicuramente quello di non essere riuscito a spendere i soldi che mi sono stati dati per innovare il posto di polizia di San Marco, rendendolo 2.0 e restaurare la Questura di Santa Chiara. Sono 18 milioni di euro che sono lì fermi. La sicurezza è indubbio che passi anche attraverso l'innovazione e la sistemazione in spazi adeguati e dignitosi dei poliziotti che devono lavorare».E una soddisfazione?«Aver lavorato con una grande squadra di collaboratori che ha saputo affrontare qualsiasi situazione con professionalità e umanità quando serviva». --© RIPRODUZIONE RISERVATA