Ecco la nuova vita di Villa Isonzo da Batacchi (ex Mala) ai profughi

STRAUna villa sottratta alla mafia del Brenta ora ospita nove profughi ucraini. E ieri mattina durante la sua visita, il prefetto Vittorio Zappalorto ha giocato una partita a calcetto in allegria con due dei tre piccoli fuggiti dall'Ucraina.La villa in questione è quella di via Isonzo a Stra, un tempo di proprietà di Andrea Batacchi, ex sodale del boss Felice Maniero. Dopo la confisca la villa era finita in uso al Comune di Stra che l'ha destinata per le associazioni del territorio e per scopi sociali. È diventata la casa di una scuola di musica e sede della Protezione civile e da un po' anche la casa di 9 profughi ucraini fuggiti dalla guerra.Il sindaco Caterina Cacciavillani è entusiasta del recupero dell'immobile e del fatto che possa servire a dare una casa a chi fugge dagli orrori della guerra. «Quello che un tempo è stato un posto del malaffare» spiega la sindaca «da due settimane è diventata un punto di riferimento per la socialità cittadina. Siamo stati fin da subito disponibili a dare una mano a questi profughi in fuga dalla guerra. Di questi tre sono bambini fra i 7 e i 12 anni, le altre sono donne di cui anche le mamme dei piccoli. Siamo contenti anche che il Prefetto abbia apprezzato la nostra disponibilità immediata. Questa casa ha fatto davvero un bel percorso». Il prefetto Vittorio Zappalorto sottolinea la positività di questa esperienza. «Questo è un modello di accoglienza in tutti i sensi. Da luogo di malaffare a casa per ospitare i profughi». Zappalorto ha sottolineato anche il ruolo del Comune di Stra, un esempio da prendere a modello dagli altri enti locali. «I profughi» fanno sapere i volontari «si sono ben inseriti nel tessuto sociale del paese e i bimbi saranno instradati nei percorsi didattici delle scuole del territorio». Non sono state soltanto però le istituzioni quelle che si sono prese cura dei profughi ucraini che sono fuggiti all'estero dopo l'inizio delle ostilità con la Russia. Sempre a Stra diverse famiglie si sono prese carico di altri profughi, quasi tutti donne con bambini a seguito. «Il territorio» spiega il sindaco Caterina Cacciavillani «ha dimostrato un grande slancio di generosità che ha portato molti ad aprire le proprie case e offrire vitto e alloggio a queste persone che scappano per salvare la propria vita». Intanto anche altri comuni oltre a Stra, primo fra tutti Campolongo Maggiore, hanno messo a disposizione beni sottratti alla mafia per poter ospitare i profughi dall'Ucraina. A Campolongo infatti è a disposizione la villa intitolata a Cristina Pavesi, che era un tempo dimora dell'ex boss Felice Maniero. Il Comune di Campolongo ha provveduto a sistemarla con nuovo mobilio ed è pronti ad ospitare una decina di profughi. Le associazioni che vi avevano la sede, quando arriveranno i profughi, saranno spostate nelle aree scolastiche del capoluogo e frazioni. --Alessandro Abbadir © RIPRODUZIONE RISERVATA