Pfas, la legge sui limiti inizia l'iter «Va colmato un vuoto storico»

IL CASOAlbino SalmasoA 9 anni dal disastro Pfas di Trissino e con il processo ai manager Miteni in corso a Vicenza, il Parlamento batte un colpo. Ieri in commissione Ambiente al Senato è stato incardinato il disegno di legge in sede redigente che fissa i limiti degli scarichi nelle acque: l'obiettivo è arrivare allo zero industriale, come previsto dall'Ispra. In estrema sintesi si fissa un tetto di 50 microgrammi litro come "Pfas totale" e di 10 microgrammi litro come "somma di Pfas".Non solo a Trissino e nell'area rossa di 300 mila abitanti tra Vicenza, Verona e Padova sottoposta a controlli sanitari periodici, ma in tutt'Italia perché le sostanze perfluoroalchiliche si trovano nello stabilimento della Solvay a Spinetta Marengo in Piemonte, lungo il corso del Po da Torino a Comacchio, sull'Adige, l'Arno e il Tevere. Le regioni, tranne il Veneto, hanno ignorato l'emergenza e ora finalmente si avvicina il traguardo con un giro di vite che costringerà le aziende chimiche a profonde innovazioni. Nessun passo avanti invece per la bonifica della Miteni e del torrente Poscola a Trissino: la barriera di acciaio lunga 500 metri e profonda 30 per bloccare la contaminazione dei veleni resta nel libro dei sogni. Lo smantellamento dell'azienda non è mai iniziato. La legge 2392 porta la firma anche del senatore veneziano Andrea Ferrazzi, del Pd, che ha depositato un testo di 4 pagine che accompagna un provvedimento molto tecnico, con le tabelle per gli scarichi di Pfas, Pfoa, Pfda e di tutte le altre sostanze nell'allegato B. Tra i firmatari molti esponenti 5 Stelle: i senatori veneti Orietta Vanin e Gianni Girotto, l'ex ministra Barbara Lezzi e Loredana De Petris di Leu.«Questa legge è in perfetta sintonia con la relazione della commissione ecomafie, approvata all'unanimità» spiega Ferrazzi. «Il dato più rilevante segnalato nel dossier è proprio l'assenza di un limite ambientale nazionale per le acque di scarico e di falda: un vuoto giuridico che impedisce alle autorità di intervenire con i provvedimenti e blocca anche la bonifica. Solo il Veneto ha approvato una delibera per fronteggiare il più grave inquinamento industriale in Europa, tanto per citare la definizione del commissario Onu Orellana. Ma non basta: si tratta di limiti incompleti perché non riguardano tutte le matrici dei Pfas e non includono il GenX per il terreno e la falda».E quindi si parte da zero, dopo anni di polemiche tra l'assessore Bottacin e l'ex ministro Costa, sui ritardi della legge quadro? Nessuna polemica. «È vero, dobbiamo colmare un gap storico» ribatte Ferrazzi. «E lo faremo con la massima determinazione per tutelare la salute della popolazione del Veneto e d'Italia. I dati epidemiologici raccolti sono preoccupanti. L'agenzia europea per la sicurezza ha fissato 4,4 nanogrammi per chilo di peso corporeo e nel nostro territorio si è rilevata una presenza di 37 mila nanogrammi nelle uova, 18 mila nel pesce, 3500 nelle albicocche, 2900 nell'uva da vino. La situazione è allarmante: questa legge raccoglie la proposta di limite zero indicato dall'Ispra». -- © RIPRODUZIONE RISERVATA