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IL DOSSIERAlbino SalmasoLa sorpresa si trova al punto 29 del decreto legge Energia: dopo aver stanziato le risorse per ridurre la stangata sulle bollette e risollevare l'automotive da una crisi spaventosa, il premier Draghi ha dato il via libera ai 905 milioni per chiudere il capitolo della rigenerazione urbana. Si tratta di "debito buono"? Pare di sì. Perché sono investimenti per migliorare la qualità della vita nelle città, con le caserme trasformate in centri sociali e biblioteche. I fondi arriveranno a tranche: si parte con 40 milioni quest'anno, altri 300 nei due anni successivi e infine 285 e 280 milioni fino al 2026. C'è da sperare che i sindaci li sappiano spendere bene. Non è finita. Il governo ne ha aggiunti altri 250 per i mancati incassi degli enti locali: 200 milioni andranno ai Comuni, gli altri 50 alle Province e città metropolitane, alle prese con difficoltà nei bilanci di previsione che slitteranno a giugno. Insomma, dopo due mesi di polemiche e interrogazioni parlamentari, il Consiglio dei Ministri, ieri ha approvato il provvedimento che ricuce lo strappo con i sindaci del Nord insorti contro "l'iniqua divisione" del bando del 30 dicembre varato dai ministri Lamorgese, Giovannini e Franco. Cos'era successo? Che il 75% dei 3, 4 miliardi del Pnrr per la rigenerazione urbana è finito ai comuni del Centro-Sud, premiati dal coefficiente Istat di vulnerabilità sociale e materiale che ha spostato la bilancia ben oltre il 40% a favore del Mezzogiorno fissato per legge. In coda alla graduatoria il Veneto, con appena 5 Comuni premiati con 20 milioni, briciole in rapporto ai 270 milioni prenotati dai 45 sindaci pronti alla rivolta per la clamorosa esclusione. La statistica racconta che al ministero degli Interni hanno protocollato 2.418 progetti per un importo di 4,4 miliardi e ne sono stati accolti 1.784 fino all'esaurimento del bando da 3, 4 miliardi. La differenza nella divisione della torta l'ha fatta l'Istat con un parametro già utilizzato, che premia le aree sociali più deboli, con tasso di disoccupazione a due cifre. Nulla di nuovo. Ma a Milano persino il sindaco Beppe Sala ha fatto la voce grossa e si è unito al coro di chi non ha gradito tanta generosità verso il Mezzogiorno. Come coprire quel buco di 905 milioni? Con un gioco di squadra che ha visto protagonista il ministro dei Rapporti con il Parlamento: passata l'onda della protesta, Federico D'Incà ha promosso un vertice con Daniele Franco, che guida il Mef, Antonio Decaro e Mario Conte, che guidano l'Anci nazionale e del Veneto. E con il confronto pacato a Roma si è superato lo scontro ideologico Nord-Sud. Le risorse ci sono, le ha trovate il ministro dell'Economia, nato a Trichiana, nel Bellunese. Soddisfatto D'Incà: «Il Consiglio dei Ministri ha autorizzato lo scorrimento della graduatoria delle opere ammissibili e non ancora finanziate in materia di rigenerazione urbana per risorse pari a 905 milioni da qui al 2026: è una promessa mantenuta nei confronti dei sindaci che avevano chiesto i finanziamenti dopo avere ottenuto l'approvazione dei progetti ritenuti cantierabili. Le importanti risorse saranno assegnate dal Ministero dell'Interno con un apposito decreto che sarà emanato entro fine marzo 2022», spiega D'Incà. «Ho ascoltato le preoccupazioni dei sindaci del Veneto che non avevano ottenuto il finanziamento e mi sono subito relazionato con il ministro dell'Economia Franco che ha lavorato intensamente per trovare una soluzione alla problematica e che ringrazio per il grande impegno. Ora è stata trovata la soluzione normativa che permette di sbloccare i 905 milioni: un risultato raggiunto con il massimo impegno del Governo a favore delle nostre comunità che potranno beneficiare di importanti interventi di riqualificazione urbana e sociale». Soddisfatta anche Sara Moretto, di Iv: «Il governo ha ascoltato le richieste del Parlamento e ha eliminato l'inaccettabile sperequazione dei territori». Tutto a posto? La perfezione si raggiunge con altri 300 milioni chiesti dal senatore Antonio De Poli per i comuni con meno di 15 mila abitanti. Arriveranno come ha promesso la ministra Lamorgese nell'ultimo question time? La pazienza è la virtù dei forti. --© RIPRODUZIONE RISERVATA