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Il quesito oggetto della consultazione si pone come obiettivo quello di contrastare lo strapotere delle correnti togate all'interno dell'organo di autogoverno della magistratura, superando le logiche spartitorie messe a nudo dallo scandalo Palamara. In realtà, è un quesito dall'effetto praticamente nullo. Si limita, infatti, ad abrogare l'obbligo per un magistrato di raccogliere da 25 a 50 firme per presentare la propria candidatura al Csm. Un numero di sottoscrizioni che, a seconda del distretto di Corte d'Appello, varia tra le 25 e le 50. Certo non si tratta di una missione impossibile. Peraltro la stessa previsione, con l'obiettivo di arrivare a candidature individuali libere, è contenuta nel disegno di legge in discussione attualmente alla Camera: se venisse approvato prima della data del referendum, il quesito decadrebbe in automatico. -