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i personaggiDaniela CottoINVIATA A YANQINGMichela Moioli, la caduta e la rivincita. C'è un modo meraviglioso per rialzarsi ed è quello di prendersi una medaglia d'argento. È la storia della nostra portabandiera che, con Omar Visintin, si è inventata la giornata del grande riscatto nella gara a coppie miste di snowboardcross. C'è molto azzurro nello snowpark di Zhangjiakou: al quarto posto troviamo Caterina Carpano e Lorenzo Sommariva. L'oro questa volta è degli Stati Uniti con Lindsey Jacobellis, che fa il bis dopo l'individuale, e Nick Baumgartner, 36 anni lei, 40 lui, i vecchietti terribili dello snowboard che se la ridono «sembriamo più giovani di tutti». Il bronzo è del Canada, con Meryeta Odine ed Eliot Grondin.È un argento che vale, perché mette in luce la forza dello snowboardcross azzurro e assicura all'Italia l'undicesima medaglia dei Giochi di Pechino, già una in più di quelle vinte a PyeongChang 2018. Il merito è della determinazione che ha sfoggiato questa squadra mista nella specialità all'esordio olimpico: un sorriso per il tandem che veleggia sicuro verso i Giochi di Milano-Cortina 2026. Una prova che ha anche permesso alla Moioli di ritrovare fiducia dopo quel labbro sanguinante, la botta alla caviglia e i graffi sul viso nel mercoledì nero che ha mandato gambe all'aria i suoi sogni di gloria. Lei, la vincitrice dell'Olimpiade in Corea nel 2018 (dopo averne persa un'altra rompendosi un crociato in Russia nel 2014) ha però dovuto abdicare e lasciare il trono all'americana che inseguiva tenacemente l'oro da Torino 2006 quando, in testa, cadde a pochi metri dal traguardo. Michela ha dovuto cederle il passo e l'ha fatto con la rabbia e la frustrazione di una che non è abituata ad arrivare seconda. E ieri è scesa nell'arena bianca con lo spirito da guerriera. «L'individuale è andata come sappiamo, ho voltato pagina. Ci tenevo a conquistare una medaglia con Omar. Vincere è difficile, rivincere lo è ancora di più. Ero molto tesa ma lui mi ha trascinata con il suo ottimismo». Gli abbracci da compagni di squadra, l'aiuto psicologico: «in due si è più forti», dicono all'unisono. Così hanno costruito un argento di squadra, un lavoro cesellato negli anni grazie alla costanza del ct Cesare Pisoni. Nello snowboardcross ci siamo trasformati da ranocchi in principi, tanto che Omar Visintin, 32 anni di Lagundo (Bolzano), si è messo al collo la seconda medaglia a cinque cerchi dopo il bronzo di giovedì. «Avrei firmato per questo risultato. A dicembre avevo il gomito rotto, "regalo" di una caduta in gara in Austria e adesso sono qui a festeggiare». Omar ha stretto i denti, ha seguito la riabilitazione, per tornare ancora più forte. «Ho sempre pensato che sarei arrivato ai Giochi, anche nei momenti più difficili». Ecco ciò che accomuna lui e la Moioli: la capacità di soffrire e reagire. Michela ha vissuto i giorni difficili della pandemia ad Alzano Lombardo, città martire del coronavirus. «Non si trovano più bare. Non si sa dove mettere i morti», aveva raccontato nel marzo del 2020, poco dopo aver perso la nonna paterna. Non è stato facile gestire il dolore e il calvario di questi anni difficili. Michela ha pagato la difficoltà nella sua finale. Ma si è riscattata alla grande. --© RIPRODUZIONE RISERVATA