«Così mi è venuta l'idea di candidare Chioggia a Capitale della cultura»
l'intervistaChioggia "superava" Venezia già agli inizi del Novecento. Lo svela con una punta di orgoglio Matteo Doria, docente e vicepreside a Selvazzano (Padova), primo ideatore della candidatura di Chioggia a Capitale della Cultura 2024, mentre cita un articolo del giornalista Raffaele Calzini del 1910 in cui declama il fascino di Chioggia, la sua "tranquillità" in contrapposizione al caos turistico di Venezia, e l'autenticità della città. Doria conduce da 30 anni approfondimenti per il semestrale "Chioggia Rivista di studi e ricerche" e proprio da questo percorso ha preso le mosse l'idea della candidatura. Quando ha lanciato l'idea a Penzo, ci credeva davvero o era una boutade tra amici? «Sono sempre stato convinto che Chioggia abbia un capitale inespresso enorme e ne ho avuto riprova continua dal 1992 a oggi scrivendo per la rivista e scoprendo su ogni campo del sapere che avevamo, e continuiamo ad avere, grandi argomentazioni ed eccellenze. Quando poi Procida è stata insignita del titolo per il 2022 ho davvero pensato che questa sfida andava tentata. Ho sentito Pino a cui mi lega un'amicizia e altri due amici, Alessia Boscolo Nata e Raffaela Perini, e ci siamo lanciati in questo progetto. Quattro persone diverse, con bagagli e competenze diverse, ma con l'unico scopo di tirare fuori il meglio della città. Un lavoro enorme, ma ricco di soddisfazioni».Una squadra brillante a cui, strada facendo, avete aggiunto delle forze... «Spesso per ridere diciamo che abbiamo messo in campo un 4-3-4, come fosse una squadra di calcio. Siamo partiti noi quattro, abbiamo anche realizzato un primo dossier concentrandoci sulle muse che danno origine ai talenti della città. Abbiamo trovato l'appoggio di tre amministratori (sindaco, assessore, dirigente) per formalizzare la candidatura e poi ci siamo rivolti allo studio Starting4 di Padova perché c'era il bisogno di una regia forte e di un progetto strutturato. Ne è nata una formazione agguerrita, entusiasta e instancabile nel raccogliere i dati per arrivare pronti con il dossier per il Ministero. La cosa più bella è che nessuno mai ha cercato di fare la prima donna, né di oscurare il lavoro di tutti gli altri e che, pur cambiando classe politica, l'entusiasmo è stato lo stesso». Quale carta giocherete alle audizioni del 3 marzo per tentare la scalata al titolo?«Proprio in questi giorni ci stiamo incontrando per decidere come sfruttare al meglio i 30 minuti di audizione. Useremo anche un video per veicolare il maggior numero di suggestioni in poco tempo, ma non sarà facile. Ci dobbiamo ancora riprendere dalle emozioni della top ten, ma abbiamo la giusta carica per il rush finale e sappiamo che, qualsiasi sia il risultato, Chioggia non sarà più la stessa». --Elisabetta B. Anzoletti © RIPRODUZIONE RISERVATA