Flash mob a Jesolo Il movimento di protesta si allarga al Veneto orientale
Giovanni Cagnassi / JESOLOIn piazza per dire no al Green pass, si allarga la protesta di chi contesta l'obbligatorietà del passaporto sanitario. Dopo il presidio di Scorzè, davanti alla San Benedetto, ieri mattina un flash mob in piazza Drago ha portato 250 persone a manifestare. Altre iniziative contro il Green pass ora si annunciano in tutto il litorale e nel Veneto orientale. Un discreto servizio d'ordine ha controllato la situazione, ma non si sono registrati particolari disagi. La manifestazione è nata da un gruppo Telegram che si è formato nel giro di tre giorni: «Trieste chiama Jesolo risponde». Sulla scia delle proteste e tensioni scoppiate al porto del capoluogo giuliano è salpata questa nuova scialuppa di attivisti per ora slegati da altri movimenti e gruppi in Veneto, ma altrettanto determinati e pronti a dialogare e proseguire in questa opera si sensibilizzazione democratica in piazza. Ne fanno parte già più di 300 persone. Ieri mattina nella piazza centrale del lido sono arrivati circa 250 su iniziativa di Matteo Pasqual, operaio e magazziniere presso una ditta. Un successo inaspettato che ha visto schierati con manifesti e striscioni un po'tutti senza distinzioni di censo o professione, dai sanitari ai professionisti, docenti o architetti, turnisti e ingegneri. «Continueremo e ne organizzeremo altre a Jesolo» dice Pasqual, «e vedremo adesso se si uniranno altri gruppi sul litorale a Cavallino Treporti o Caorle ed Eraclea, quindi a San Donà e in tutto il Veneto Orientale. Siamo oltre 300 nel nostro gruppo Telegram e vi hanno aderito nell'arco di tre giorni. Non abbiamo manifestato contro il vaccino in sè, perché questo è un altro tema. Noi contestiamo il metodo del Green pass e della discriminazione sul lavoro che è un diritto sancito dalla nostra Costituzione. Io, personalmente, non sono vaccinato e spendo 30 euro a settimana di tamponi, 120 euro al mese. Non so fino a quando andrò avanti così perché inizia a pesare. Chissà, forse un giorno mi vaccinerò anche io, ma adesso ho ancora molti dubbi in merito a un vaccino che è sostanzialmente sperimentale, una terapia che è stata prodotta in poco tempo e non ancora sicura. Non abbiamo dati certi sugli effetti di queste terapia. Non mi sento per questo un no vax. Ci sono state altre manifestazioni a Scorzè, ora a Treviso. Noi non siamo direttamente collegati a quelle, ma certo potremo dialogare perché i temi sono sempre gli stessi e la visione è generalizzata». In piazza Drago ieri c'erano anche persone vaccinate assieme ai manifestanti, ma non per questo favorevoli allo strumento del Green pass. Nessuna tensione, anche se la polizia di Stato era informata e attenta. «Questa è stata una delle caratteristiche del flash mob» aggiunge Andrea Tomei, biologo di Jesolo e anche lui tra i promotori del gruppo, «decisamente trasversale per quanto concerne i partecipanti che democraticamente, ma con fermezza, hanno partecipato al flash mob. Non sono contrario neppure io al vaccino, ma certo mi pongo molti interrogativi cui non so dare risposte certe e rassicuranti per me e la mia famiglia. È il Green pass, però, ciò di cui stiamo discutendo. Non esiste paese in Europa che lo preveda in questi termini e in Italia si mettono in discussione le libertà individuali. Sembra di assistere a una sperimentazione di carattere sociologico per schedare le persone». --© RIPRODUZIONE RISERVATA