L'orgoglio di Ampadu «Venezia, sono pronto anche per Cagliari Ruolo? Decide Zanetti»

Simone Bianchi /VENEZIAAbbandonate le lunghe trecce, Ethan Ampadu è già una solida realtà del Venezia. Entrato in campo alla mezzora del primo tempo, per sostituire l'infortunato Vacca contro il Torino, ha fatto un ottimo esordio nel nostro campionato, mostrando carattere e solidità nonostante abbia compiuto 21 anni da due settimane. Dopo le esperienze al Chelsea, Lipsia e Sheffield United, il nazionale gallese visto anche contro l'Italia agli ultimi Europei sa il fatto suo. «La situazione di Ampadu si è sviluppata un po'più tardi delle altre nell'ultimo mercato», spiega il direttore sportivo Mattia Collauto, «Alex Menta è riuscito a entrare in un canale utile e a dialogare con il Chelsea, e siamo riuscii a portarlo qui. Per noi rappresenta un tassello importante, poi è un nazionale gallese e in molti ambivano a lui l'estate scorsa. C'è stata una situazione favorevole, l'abbiamo portata avanti e conclusa al meglio. Ethan è un giocatore che ha spessore, non mi soffermo a ricordare le caratteristiche tecniche, ma si è visto già contro il Torino l'impatto che ha avuto sulla partita. Ci darà grandi soddisfazioni, e se ne toglierà tante lui stesso nel corso della sua carriera. Sa leggere la partita, e con il Torino è entrato in una situazione difficile e ha preso per mano la squadra, dandole serenità e compattezza».Dopo essersi scusato, non sapendo ancora parlare l'italiano, promettendo di impararlo in fretta, Ampadu si è raccontato con grande semplicità. «Le trecce le ho abbandonate ormai, alla fine si vive una volta sola, e così ho voluto provare l'effetto che faceva tenere i capelli in quel modo. Ora basta però. È vero, ho origini anche irlandesi e ghanesi, ma alla fine nel cuore ho il Galles, e mi sento più gallese, da qui la scelta per questa nazionalità».Sull'esordio contro i granata, e di conseguenza in Serie A, aggiunge: «Sono molto felice di come sono entrato in partita, e piacevolmente sorpreso dalla squadra. Fin dai primi allenamenti e poi nel pareggio con il Torino, dopo essere andati anche sotto, ho visto ottime cose dal gruppo. Con il tempo il rapporto con la squadra sarà sempre migliore e si potrà solo crescere. Sullo scontro con il portiere granata, nella ripresa, e la conseguente ammonizione, non è successo nulla di particolare, cose che capitano. Lui stava perdendo tempo, io ho cercato di prendere il pallone. Mi spiace solo per il cartellino giallo, fine della questione. La Serie A per me è invece un punto di arrivo, un campionato bellissimo e che tutti conoscono, molto tecnico e tattico. Sulla mia posizione in campo, a dire la verità non mi fa differenza. Mi adeguo alle richieste dell'allenatore di volta in volta. L'importante è giocare e poi mi adeguerò ai compiti del ruolo che mi verranno assegnati».E sul futuro ammette: «Sono ancora un giocatore del Chelsea e, pur essendo molto giovane, ho avuto modo di giocare con colleghi molto forti e di imparare da loro. A volte non ho potuto giocare quanto speravo, ma va bene così. Ora vivo in una città splendida qual è Venezia, e voglio solo pensare a raggiungere importanti traguardi qui. Se giocherò domani a Cagliari? Se ci sarà la possibilità sarò pronto, ma dovete chiederlo all'allenatore. La cosa positiva, per ora, è che mi sto inserendo con facilità nell'ambiente. Parlo inglese con tutti i compagni che lo sanno, a breve spero di potermi esprimere anche in italiano per agevolare anche gli altri. Sono molto contento della città in cui mi trovo e dello staff che ho a disposizione ma, soprattutto, sono stato introdotto nel club in maniera splendida e mi sto trovando davvero bene». --