Terremoto, sei scosse che preoccupano E a Bagnoli la terra ha tremato ieri sera
TREVISOLa terra trema nel cuore della notte. E la Regione corre ai ripari: posizionata una rete mobile di simosgrafi in modo da capire come si evolve la situazione. «Le scosse della notte scorsa vanno valutate con attenzione e sono seguite dagli esperti in quanto si tratta di una zona con alta attività sismica», evidenzia, con preoccupazione, il governatore Luca Zaia. Non sono scosse irrilevanti, siamo preoccupati, perché possono essere scosse di assestamento o il preludio di una spaccatura profonda della faglia che può dare un evento sismico più importante». Secondo il presidente «questo è un momento di massima attenzione, fermo restando che il terremoto non si può fermare, ma si può solo cercare di dare interpretazione di quello che sta accadendo». NOTTE DI PAURADue scosse, tra lunedì e martedì, hanno fatto sobbalzare decine di migliaia di residenti, tra Cison, Miane e Valdobbiadene e lungo la valle del Piave, da Segusino a Quero Vas, dal Feltrino alla Valbelluna, da Belluno fino in Alpago. Intere famiglie nel Trevigiano si sono riversate in strada e numerose hanno bivaccato in auto. Ma la paura è stata tanta anche nel Bellunese. Decine le telefonate ai vigili del fuoco. In tutto le scosse sono state sei: le prime due - alle 2: 45 e alle 2: 46, con magnitudo 3, 7 e 3, 5 ed epicentri localizzati in prossimità di Miane e a Segusino, a una profondità di circa 10 km - sono state avvertite anche nel Feltrino e in tutta la fascia pedemontana bellunese. Poi altre quattro repliche, tra Segusino e Valdobbiadene, fra i 2 e i 2. 7 gradi, con l'epicentro più superficiale (di 5 km) a Segusino. Il cerchio si è chiuso sotto il monte Cesen alle 6: 26. MONITORAGGIO COSTANTEConsiderati questi sviluppi, ieri pomeriggio i tecnici dell'Ogs Veneto si sono recati in Pedemontana per collocare una serie di sismografi in modo da controllare più puntualmente l'evolversi della situazione. La conferma arriva dall'assessore regionale alla protezione civile Gianpaolo Bottacin: «Abbiamo subito contattato i responsabili dell'Istituto oceanografico di Trieste, che hanno dato il via libera all'installazione di una rete mobile nell'area dello sciame, in modo da registrare anche l'attività microsismica nel sottosuolo. In questo modo capiremo se l'attività sismica si è realmente conclusa». «La prima scossa è stata avvertita in tutta la Pedemontana trevigiana, nonché nel Feltrino e in tutta la Valbelluna fino all'Alpago, la seconda ha avuto un raggio leggermente più ridotto», fa sapere l'assessore che divide la sua residenza fra Miane e l'Alpago, quindi in territori ai vertici della sismicità. L'evoluzione del fenomeno viene seguita con continuità dalla Protezione Civile del Veneto. A Marghera, infatti, da qualche settimana, è attiva una sede distaccata dell'Ogs di Trieste e di Udine. Secondo la più recente mappatura della Regione, l'area più a rischio terremoti comprende quattro comuni in provincia di Treviso (Vittorio Veneto, Tarzo, Revine Lago e Fregona) e sette in provincia di Belluno (Belluno, Alpago, Chies d'Alpago, Borgo Valbelluna, Tambre, Ponte nelle Alpi, Limana). Tante le telefonate arrivate all'assessore Bottacin nella notte: «Amici e conoscenti mi chiedevano come dovevano comportarsi. Bene, ai cittadini dico di studiare i piani comunali di protezione civile, che contengono le buone regole da seguire. Dai semplici consigli, come non lasciare oggetti in bilico, fissare i mobili ai muri e tenere una torcia e una bottiglia d'acqua sul comodino, alle regole da seguire in caso di terremoto, dal non usare l'ascensore a rimanere vicino ai muri portanti durante la scossa». MONITORAGGIO«Stiamo installando dei sismografi a Miane, a Valdobbiadene e in altri paesi, proprio per tenere sotto controllo l'attività», spiega Pier Luigi Bragato, il sismologo dell'Ogs di Trieste che dopo aver indagato per lunghi anni il territorio veneto dalla centrale di Udine, dall'inizio del mese sta organizzando la rete di controllo dalla sede di Marghera, dove la Protezione civile coordina l'installazione di ben 300 rilevatori. , «Vogliamo capire se il fenomeno si è esaurito martedì alle 6. 26 oppure se è destinato a durare». IERI SERA SCOSSA BAGNOLI DI SOPRALa terra trema anche nella Bassa Padovana. È successo ieri sera, pochi minuti prima delle 19, ma in pochi l'hanno avvertita distintamente. I sismografi dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia hanno registrato una scossa di magnitudo 2, 9 alle 18. 58 e 30 secondi, con epicentro ad un chilometro a sud est del centro paese, fra il capoluogo e la frazione di San Siro, lungo via Garibaldi, ad una profondità di 6 chilometri. Se ne è accorto chi si trovava fermo o seduto, per lo più nei piani superiori, oppure chi ha notato oscillare gli oggetti sospesi come i lampadari, ma anche il comportamento anomalo degli animali. Quest'ultimo caso lo racconta proprio il sindaco di Bagnoli Roberto Milan: «I miei cani erano come impazziti, abbaiavano e correvano, ho dovuto prendere l'auto per inseguirli e recuperali. Poi ho saputo che si era trattato del terremoto direttamente da mia figlia, che a casa aveva sentito il letto tremare e visto i lampadari oscillare. Comunque si è trattato una scossa breve e leggera. A scopo informativo e per precauzione ho allertato la protezione civile».Anche al messaggio diffuso sui social da Milan solo una persona ha risposto confermando di aver sentito la scossa. Nessuna segnalazione di rilievo nemmeno dai centri vicini, a partire da Agna, Anguillara, Arre e Conselve, ma anche da Cavarzere nel veneziano e da San Martino di Venezze nel rodigino. Due ore dopo la scossa nessuno aveva lasciato indicazioni sulla pagina «Hai sentito il terremoto?» aperta dal sistema dell'Ingv per ogni evento sismico. Anche ad Agna il sindaco Gianluca Piva, una volta venuto a conoscenza, ha informato la protezione civile, giusto per precauzione. Per gli esperti, nonostante la coincidenza, la registrata a Bagnoli non è collegata allo sciame sismico di 12 ore prima nel trevigiano. E proprio a Bagnoli, più o meno nella stessa zona, c'è un precedente simile: il 29 gennaio 2020 era stata registrata una scossa di magnitudo 2, 6, anche questa debolmente avvertita dalla popolazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA