L'amico del poliziotto «Non volle vaccinarsi»
MESTRESi terrà sabato, alle 11, nella chiesa Santa Maria di Lourdes di via Piave il funerale di Candido Avezzù, l'agente 58enne del reparto mobile di Padova, morto domenica sera all'ospedale Dell'Angelo, ucciso dal Covid. Non vaccinato, il poliziotto probabilmente ha contratto il virus a metà luglio, mentre si trovava nell'hotspot di Taranto, dove, proprio in quei giorni, tra gli oltre 300 migranti ospitati esplodeva un cluster con 33 contagiati. Avezzù si è presentato all'ospedale di Jesolo due volte: la prima volta è stato fatto tornare a casa con una cura domiciliare, mentre la seconda, il 30 luglio, è stato trasportato immediatamente all'ospedale di Dolo. L'ultimo trasferimento risale al 10 agosto, verso la Rianimazione dell'ospedale dell'Angelo, dove è morto domenica sera. Sano, sportivo, non fumatore, il Covid era un pensiero totalmente distante dalla mente di Avezzù. Ed è stata forse questa sua eccessiva sicurezza a tenerlo lontano dalla vaccinazione e, poi, a tradirlo. «Ieri ho ricevuto moltissime telefonate da parte di amici, che sono rimasti sconvolti per la notizia. Molti non si sono ancora vaccinati e mi hanno chiesto un consiglio. Di fronte a un dramma del genere, a un esempio simile, direi che non dovrebbero esserci dubbi», dice Michele Paolino, caro amico di Avezzù. «Prima che Candido partisse per la Puglia, avevo provato a fargli capire che sarebbe stato opportuno che si vaccinasse. Quasi sentivo che sarebbe andata così. Ma lui mi prendeva in giro, mi diceva che a lui il virus non avrebbe fatto nulla. E poi che questi vaccini non sono stati testati, che ci causeranno dei problemi in futuro, che non possiamo sapere cosa ci hanno iniettato. Io non voglio convincere nessuno, però penso che questa tragedia possa essere un importante insegnamento per tanti. Io ho perso un collega, un amico che per me era un fratello. Questa esperienza deve farci riflettere». --L.B.