Senza Titolo

VeneziaContinua il braccio di ferro tra regione, Uripa (l'associazione che riunisce le case di riposo venete) e i sindacati dei pensionati sulla riapertura delle residenze per anziani ai parenti degli ospiti. Da un lato c'è l'accusa di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil, che parlano di «reticenza di molte case di riposo a dare piena applicazione all'ordinanza dell'8 maggio del ministero della Salute, che riapre alle visite dei familiari» come sostengono le segretarie dei tre sindacati degli anziani. Accusa che Roberto Volpe, presidente veneto di Uripa, rispedisce al mittente: «Tutte le case di riposo hanno riaperto. Certo, nel rispetto delle regole dettate dal periodo che stiamo vivendo. Se i sindacati attendevano una riapertura con le regole pre-Covid, è evidente che non possa essere così». I sindacati, difatti, non si accontentano e, dopo aver bussato invano alla porta dell'assessora alla Sanità Manuela Lanzarin, scrivono al prefetto veneziano Vittorio Zappalorto, in quanto coordinatore di tutte le prefetture venete, chiedendo un intervento perché la situazione si sblocchi al più presto.La verità, come spesso accade, sta nel mezzo. Se, infatti, è vero che tutte (o quasi) le strutture per anziani del Veneto hanno riattivato le visite per i familiari dei rispettivi anziani ospiti, è altrettanto vero che le visite sono legate al rispetto di rigidissimi protocolli che, soprattutto, vietano ogni forma di contatto. «Ma le visite - attraverso il plexiglas e nelle stanze degli abbracci - erano possibili anche prima dell'8 maggio. Dove starebbe, dunque, la promessa novità?» si interroga Elena Di Gregorio, segretaria di Spi Cgil. «Gli ospiti delle strutture sono stati sottoposti al vaccino, le Rsa sono "Covid free" ormai da mesi. Questa situazione di isolamento affettivo può essere molto dannosa per gli anziani. Senza contare che i tamponi, per i parenti, costano. In Lombardia hanno introdotto la certificazione verde, con test a carico del sistema sanitario regionale. Ho notizie in tal senso solo dall'Usl 1 di Belluno» conclude Di Gregorio.Risponde, appunto, Volpe: «Le case di riposo non possono inventarsi le regole e tutte hanno riaperto nel rispetto di quanto previsto. Oltre non possiamo andare, perché ci sono anche dei controlli e certo non possiamo prenderci delle libertà che vadano oltre il limite tracciato dalla circolare del Ministero». In pratica, entrambe le parti concordano nel sostenere che le case di riposo prevedano, effettivamente, le visite. Da un lato, però, i sindacati non ritengono i nuovi protocolli in linea con le aspettative degli anziani e dei loro parenti. Dall'altro lato, Uripa chiede di attendere ancora, considerando che l'emergenza non è finita. Il braccio di ferro sembra destinato a durare ancora a lungo, perché difficilmente si riuscirà ad arrivare a una mediazione in grado di accontentare tutti.Laura Berlinghieri© RIPRODUZIONE RISERVATA