Agrivillage, la società è in concordato Dalle botteghe a un pugno di polvere
Francesco Furlan / MUSILEC'era un allevamento di polli, doveva nascere un parco delle eccellenze agro-alimentari, sono rimasti tutti con un grumo di polvere tra le mani. E un buco da circa 2,5 milioni di euro, sul quale ora dovrà decidere il tribunale civile, sezione fallimentare, dove entro fine maggio dovrà essere presentato il piano per la ristrutturazione del debito. A tanto ammontano i debiti della Antonio Sv nei confronti dei creditori, progettisti e soci che hanno creduto nel progetto promosso dall'amministratore della società, l'imprenditore Davide Dall'Asta, cinquantenne di Mirano e con uffici in via della Pila a Marghera. Nel Veneto orientale è riuscito a sventolare per alcuni anni la bandiera dell'Agrivillage che attirando i milioni di turisti delle spiagge e di Venezia avrebbe dovuto fare la fortuna dei produttori locali, portando in dote - va da sé - centinaia di posti di lavoro. «Settecento», si arrivò a dire. E qualcuno ricorderà che a Meolo, dove in un primo momento era previsto, arrivarono in pochi giorni 130 candidature di assunzione. Sono stati in molti, per alcuni anni, a tenere alto il vento. Dalla villa al tribunaleLa presentazione dell'Agrivillage, la cui realizzazione era prevista a Musile nei terreni della famiglia di Gualtiero Bisiol tra la Treviso Mare e la Triestina in un'area di 68 ettari (più di 90 campi da calcio), avvenne il 22 giugno del 2016 nelle sale della prestigiosa Villa Grimani Morosini di Martellago. Le 250 botteghe, un hotel come si deve, la fattoria didattica e anche un centro sportivo. Un investimento da 80 milioni di euro. In platea, a sostenere il progetto, tra gli altri: l'ex presidente di Confindustria Venezia Matteo Zoppas, l'ex presidente nazionale di Cna Alimentare, Mirco Dalla Vecchia, il sindaco di Musile, Silvia Susanna convinta dall'entusiasmo del suo predecessore Gianluca Forcolin (sindaco dal 2007 al 2015), nel frattempo diventato vicepresidente della Regione, uno degli uomini più potenti della Lega nel Veneto orientale prima del passo falso - l'aver richiesto il bonus Inps per i liberi professionisti durante la pandemia - che gli è costata la ricandidatura alle ultime regionali. Agrivillage aveva la fiducia di molti. E' toccato proprio al sindaco Susanna fare i conti con la realtà di un progetto che si è rivelato un abbaglio. I conti con la realtàPerché nonostante le porte aperte, gli uffici impegnati ad accelerare l'iter per il Pua (Piano urbanistico attuativo), dal quel 2016 si è mosso poco o nulla. I finanziatori del progetto non si sono trovati, e se c'erano sono scappati poco prima di mettere i soldi sul piatto. In municipio hanno cominciato ad avere i primi dubbi, le fideiussioni per coprire i lavori di urbanizzazione arrivate da società con sede in Bulgaria, il nome del banchiere Roger Tamraz, ex presidente Tamoil, evaporato come la sua benzina: lasciando tutti un po' storditi. Infine nel novembre del 2018 la decisione: allo scadere della quarta proroga concessa alla società per la firma della convenzione urbanistica, e in assenza di fideiussioni garantite, il sindaco e la giunta hanno detto stop. E il telefono di Dall'Asta ha cominciato a suonare: «Ci ridai i soldi indietro? Ora ci paghi per i progetti?».i debiti e il concordatoSoldi restituiti solo in parte, e solo a pochi. I debiti della Antonio Sv sono di vari tipi: nei confronti dei progettisti (urbanistica, impianti, strutture) e nei confronti delle aziende che avevano in via preliminare concordato una bottega nel centro. Nei mesi scorsi, dopo reiterate e inevase richieste di essere pagata, è stata la società di progettazione Ai Progetti di Mestre a presentare istanza di fallimento. Ma a essere in credito, per alcune centinaia di migliaia di euro, è anche la Seingim di Ceggia, leader nella progettazione di impianti in Italia. Tra le aziende che erano entrate nella società - sostanzialmente come soci d'opera - e poi ne sono uscite ci sono la Fiorin impianti elettrici di Codognè e la Fiel di Ceggia. Per non dire degli artigiani che, a colpi di 5 mila euro, hanno firmato i preliminari. Stando a quanto registrato nell'ultimo bilancio i debiti verso soci per finanziamenti sono di 427 mila euro, i debiti verso i fornitori d 1,2 milioni mentre alla voce altri debiti sono registrati 893 mila euro. Dopo l'istanza di fallimento, lo scorso 23 marzo Dall'Asta si è presentato davanti al notaio Stefano Bartolucci per chiedere l'ammissione al concordato preventivo. L'istanza è stata accolta dal tribunale: la società ha tempo fino a fine maggio per presentare il piano e una proposta per il rientro dei debiti.Commissario Giudiziale è stato nominato Giovanni Boldrin. LA SOCIETà Oggi la Antonio Sv, capitale sociale di 200 mila euro, è detenuta per il 2,4% da Davide Dall'Asta, mentre per il 97,6% dalla società inglese Francisco Sfa Limited. Per trovarla bisogna andare a bussare al terzo piano di Regent Street 207, Londra, di cui dal 2016 è amministratore lo stesso Dall'Asta. E da Londra tocca poi spostarsi a Lugano perché il 100% di Francisco Sfa Limited è detenuto da una società anonima, in gergo Sa, con sede a Lugano. Neppure i terreniNonostante la trattativa con il Comune sia andata avanti per anni, la società non era proprietaria neppure dei terreni nei quali sarebbe dovuto sorgere l'Agrivillage. La società ha firmato preliminari d'acquisto delle aree per un valore di 10 milioni e 834 mila euro. Soldi non versati, come sa bene Gualtiero Bisiol, titolare della porzione di terreno più vasta, che a 79 anni ma sa ancora far molto bene di conto. L'intesa era per 13 mila euro a metro quadrato, 5,7 milioni di euro in tutto. Qualcuno lo ha visto, ma nel frattempo ha speso 900 mila euro per bonificare il terreno. «Dall'Asta aveva fretta, ci accordammo sul fatto che lo avrei fatto io. E' tutto in mano al mio legale, ora che c'è il concordato vedremo che fare». La terra lungo la Triestina è rimasta terra. «E sa io che faccio? Quasi quasi riapro un piccolo allevamento di polli. Era la mia passione, si guadagnava bene. Poi, con le importazioni dai Paesi dell'Est, lavoravo in perdita. E l'attività ha chiuso. Ma quasi quasi...» --© RIPRODUZIONE RISERVATA