Accuse e provocazioni Usa-Cina sfocia in rissa

Paolo MastrolilliINVIATO A NEW YORKLa Cina è convinta che il vento della Storia sia cambiato, Usa e Occidente sono avviati verso un declino irreversibile, e quindi è arrivato il momento di premere sugli americani affinché si rassegnino alla perdita della primazia globale. La rissa diplomatica di Anchorage, avvenuta giovedì e ieri tra i responsabili della politica estera dei due Paesi, lo dimostra. Resta da capire se la strategia scelta da Biden per rispondere, basata sulla creazione di un fronte unito con gli alleati europei ed asiatici, basterà a cambiare la traiettoria, evitando quella che minaccia di diventare anche un'escalation militare. Lo scontro di giovedì è senza precedenti. Il segretario di Stato Blinken ha fatto una breve dichiarazione in difesa dell'ordine globale basato sulle regole, ammonendo che «l'alternativa è un mondo in cui la forza prevale e i vincitori prendono tutto, e sarebbe molto più violento e instabile per tutti noi». Pechino è responsabile dell'erosione dell'ordine globale, e Blinken le ha rimproverato diverse azioni, «incluso lo Xinjiang, Hong Kong, Taiwan, gli attacchi cibernetici contro gli Usa, la coercizione economica dei nostri alleati». Queste parole hanno urtato il direttore dell'Ufficio per gli Affari Esteri del Comitato Centrale Yang Jiechi, che si è lanciato in una ramanzina di 16 minuti: «Gli Usa hanno il loro stile di democrazia, e noi il nostro». Le guerre le fa l'America, che «dovrebbe smettere di esportare la propria democrazia nel resto del mondo». Yang ha rivendicato i successi della Cina contro il Covid e ha notato che i migliori alleati dell'America, Giappone e Corea del Sud, sono il primo e secondo partner commerciale del suo paese. L'approccio ostile di Trump non ha funzionato, e Biden dovrebbe annullare i suoi dazi, anche perché in generale «gli Usa e l'Occidente non rappresentano l'opinione pubblica mondiale». Blinken allora ha fermato i giornalisti e replicato che «la realtà è diversa. Il mondo è soddisfatto del ritorno degli Usa, mentre sentiamo le lamentele per le azioni del vostro governo». Yang ha ribattuto, accusando gli americani di essere altezzosi: «Non siete in condizione di parlare alla Cina da una posizione di forza». Biden ieri ha detto di essere «orgoglioso» della reazione della sua squadra. I colloqui privati sono stati più pacati, ma sono serviti solo a chiarire i motivi della spaccatura, non risolverla. Il presidente e Xi potrebbero parlarsi in forma digitale il 22 aprile, al vertice per l'Earth Day, però è chiaro che il problema non sono più le singole divergenze, ma la sfida generale della Cina per soppiantare gli Usa come superpotenza dominante. Biden pensa che Trump l'avesse compresa, sbagliando la risposta, perché aveva isolato gli Usa. Lui punta sulle alleanze, per formare un fronte unito abbastanza forte da resistere a Pechino, e sul rilancio di economia e innovazione tecnologica americana, che sono il terreno su cui battere Xi. Blinken comincerà a costruire questa strategia la settimana prossima, visitando Nato e Ue. -© RIPRODUZIONE RISERVATA