Toccare con mano il virus la mostra a Palazzo Zaguri fra dipinti e apparecchi 3D
l'esposizioneA Palazzo Zaguri si entra in Terapia Intensiva. Domani inaugura infatti Human Virus, mostra con un forte impatto emotivo. Lo scopo è quello di raccontare che cos'è un virus, accompagnando il visitatore in un percorso che culmina in una stanza ospedaliera dove vengono ricoverati i pazienti che hanno contratto il coronavirus. Qui, tra ventilatori e barelle particolari, utilizzate durante il trasporto di un paziente contagiato, si tocca con mano la sofferenza di chi lotta per la vita e lo sforzo del personale medico per salvarlo. Mauro Rigoni, celebre per le sue esposizioni a base di scheletri e strumenti di tortura, riconferma la sua passione per divulgare la scienza al grande pubblico. «Vogliamo mostrare il luogo di trincea dove si sono combattute battaglie per la vita di tutti» ha detto. «Ovviamente, nel caso di necessità legata alla pandemia, tutto il materiale esposto è pronto per essere spedito al primo presidio medico utile». A cura dell'archeologo Ilario De Biase, l'esposizione, visitabile ascoltando dettagliate audioguide, ha avuto il supporto scientifico dell'Usl 4, in particolare del direttore generale Carlo Bramezza e del dottor Fabio Toffoletto, primario di Terapia Intensiva all'ospedale Covid di Jesolo.La mostra ha avuto il supporto di molte aziende e start up italiane che hanno ideato nuovi prodotti nel settore medico, come il dispositivo Esaflux dell'azienda piacentina Studi Magnetici che in sette secondi è in grado di sanificare uno spazio di 30 metri quadri o il Covid Detector della società di Carole Spray For Life che sanifica mani e piedi a chiunque entri in mostra.«Teniamo presente che questi sono manichini, ma nella realtà ci sono persone vere» ha detto la dottoressa Elena Momesso dell'Usl 4. «Ci siamo trovati improvvisamente davanti un nemico che non conoscevamo e in poco tempo abbiamo cercato di sconfiggerlo, dimostrarlo l'efficienza della sanità veneta». Tra le sale in mostra una con la ricostruzione del dipinto del Tintoretto su San Rocco che cura i malati, riprodotto con i personaggi che escono dal quadro dall'artista veneziano di origini argentine Carlos Brassesco. La storia dei virus è anche una storia collegata agli animali che non mancano in mostra, a partire dai pipistrelli portatori di virus per finire con il lavoro dell'artista tassidermista Alberto Michelon, in arte Inanimus, che si domanda quando la relazione tra uomo e animale si trasforma in perversione.Inanimus espone un serpente, un cane, un coniglio e un gatto imbalsamati e ognuno in una gabbia, con la descrizione di come vengono mangiati e in quali parti del mondo. Nella sala "Ciarlatani o depositari di un'antica saggezza" vengono raccontati altri metodi di cura nel mondo, cadendo però in un'eccessiva semplificazione della cultura di Paesi diversi dal nostro, ma De Biase rassicura: "Nell'audioguida raccontiamo come per esempio in Australia i medici occidentali lavorino con gli aborigeni, unendo le proprie competenze. Non a caso si intitola ciarlatani o depositari di antica saggezza». --Vera MantegoliRIPRODUZIONE RISERVATA