Il governatore: «Noi l'argine a FdI» Avviso agli eletti: chi sbaglia è fuori
Filippo Tosatto / treviso«Lo vedete questo simboletto? Ci ha permesso di arginare Fratelli d'Italia, provate a immaginare il risultato finale senza la mia lista in campo». Nel cubo di cemento K3, quartier generale del partito trevigiano, Luca Zaia arringa la corazzata degli eletti di rito leghista - ben 34 a fronte dei 50 che compongono l'assemblea del Veneto, una maggioranza "nordcoreana" che renderà accessorio il concorso di destra e FI - e rivendica così il valore aggiunto ad un trionfo elettorale (76,8%) che non trova precedenti nella storia del regionalismo italiano.veterani e volti nuoviDavanti a lui, in religioso silenzio, gli assessori uscenti Roberto Marcato, Manuela Lanzarin, Gianpaolo Bottacin, Elisa De Berti e Federico Caner - mancano all'appello Cristiano Corazzari (assente giustificato), Gianluca Forcolin azzoppato dalla tempesta estiva sul bonus Covid, Giuseppe Pan, bocciato dalle urne - e i veterani della legislatura precedente che aspirano ad un posto al sole; il capogruppo Nicola Finco (che scalpita per entrare in Giunta) e la speaker d'aula Silvia Rizzotto; il presidente di Palazzo Ferro-Fini, Roberto Ciambetti e il commissario del partito Lorenzo Fontana affiancato dal "mago" dell'organizzazione, Giuseppe Paolin; soprattutto, il salone si affolla rapidamente di volti nuovi, semisconosciuti ai media, talvolta "miracolati" dall'esondazione di voti. Tant'è. via i cellulari, c'è un decalogoDeposti i cellulari all'ingresso («Non siamo qui per distrarci e chiacchierare»), i convenuti ascoltano il paterno viatico del governatore: «Vi raccomando serietà, impegno e compattezza. La discussione è libera ma la linea definita sarà vincolante per tutti, chi intende creare divisioni e polemiche sarà invitato ad accomodarsi altrove», è la premessa. Guai a sfiorare l'argomento poltrone - «È una mia prerogativa, valuterò in totale autonomia nel rispetto delle competenze, del consenso acquisito e dell'equilibrio territoriale», il monito sbrigativo - e attenzione all'uso disinvolto dei social: «D'ora in poi non rappresentate soltanto voi stessi, se sbagliate danneggerete la Regione e l'intera coalizione, siate rispettosi degli avversari, non replicate alle provocazioni, preparatevi seriamente evitando improvvisazioni e personalismi, soprattutto sui temi etici».l'agenda istituzionaleQualche sguardo smarrito tra i neofiti mentre l'esperto Ciambetti riassume l'imminente percorso istituzionale che si articolerà in tre tappe: la proclamazione degli eletti da parte della Corte d'Appello attesa nella prima settimana di ottobre; la convocazione inaugurale dell'assemblea legislativa per l'insediamento dei consiglieri e la nomina di presidente e capigruppo, entro dieci giorni; la seduta successiva chiamata a votare la fiducia alla neonata Giunta. Mai evocato apertamente ma aleggiante in platea, il braccio di ferro a distanza tra il Luca-pigliatutto e Matteo Salvini, discretamente indispettito dai 17 punticini raccolti dal marchio Lega a fronte del trionfo (44,6%) del rivale veneto la cui statura politica nazionale cresce a vista d'occhio. In serata, su Rete 4, alternerà il serio - «Questo Governo non rappresenta più il territorio» - al faceto: «Il Prosecco ha salvato l'Italia dalla Cina perché ci ha permesso di precederla nella classifica Unesco». E a riguardo, en passant, l'entourage zaiano è lesto ad additare gli insuccessi mietuti dal Carroccio nelle regioni d'Italia dove gli aggressivi alleati di Giorgia Meloni non hanno trovato un competitor altrettanto efficaci.a braccetto sul palcoA proposito del Capitano in felpa: lunedì farà capolino a Castelfranco e a Portogruaro (comuni al ballottaggio) spalleggiato nell'occasione da Zaia. Mercoledì, i consiglieri veneti ricambieranno la visita, a Roma, per una solenne benedizione salviniana in avvio di mandato. --© RIPRODUZIONE RISERVATA