La bretella ferroviaria e il bosco da salvare «I dieci ettari persi vanno recuperati»
Mitia ChiarinVero è che per l'amministrazione comunale retta da Luigi Brugnaro, la bretella ferroviaria per l'aeroporto è opera strategica da realizzare. Necessaria per il terzo aeroporto italiano. Vero è che nel documento con cui la giunta comunale partecipa alla procedura di Via regionale (valutazione di impatto ambientale) del treno per l'aeroporto ci sono così tanti rilievi e prescrizioni sul progetto che anche se il parere è positivo , è pieno di richieste di mitigazione e risarcimento. Non solo per i 23 edifici da demolire, tra case private e aziende, ma anche per la perdita di 10 ettari, almeno, di boschi. Nelle otto pagine di delibera con allegate le relazioni degli uffici, appare chiara la richiesta di tutele per i centri di Dese e Tessera ma anche di una sorta di risarcimento alla città di un pezzo del bosco del Praello, che verrà distrutto dalla grande opera ferroviaria di Rfi. Nella delibera non si entra nei dettagli ma sia nella relazione dell'assessorato all'Ambiente che in quella dell'Ente Boschi e grandi parchi si dice che va compensato il verde perso. Con due alternative: la prima prevede di valorizzare l'argine del Fiume Dese realizzando un nuovo bosco nelle aree Save (leggi aeroporto e Marchi) al di là della bretella autostradale. Le aree prossime al fiume Dese potrebbero diventare aree di compensazione ambientale realizzando un bosco di pianura, riutilizzando anche i terreni di scavo per la galleria del treno e il Fiume Dese «potrà essere asse di connessione tra i diversi ambiti boschivi», valorizzandone l'argine con percorsi ciclabili, si legge nella relazione che propone collegamenti tra i vari boschi con percorsi ciclopedonali o ciclabili e «siepi/corridoi ecologici con finalità di incremento della biodiversità». Altra proposta, alternativa, è una compensazione con la piantumazione a bosco di aree ad ovest dell'attuale Bosco dell'Osellino. Intervento già previsto dal PAT e dalla variante al Prg di Mestre, come suggerito dall'ente Parchi, perché potrebbe garantire la creazione di percorsi urbani verdi a Mestre: la realizzazione «di un "Canale verde" tra il Parco Albanese ed il Parco San Giuliano (attraverso il Bosco dell'Osellino piantumato quasi trent'anni fa)», si legge, e di un percorso urbano alternativo a viale San Marco che dal Ponte del Massari, su via Vespucci, si collega alle Riviere Marco Polo e Magellano, in centro città. Messa nero su bianco anche la necessità della fermata stadio; la creazione di una rete di sottopassi per non isolare Dese e le zone abitate di via Pialoi "vecchia" e via Bosco Berizzi; misure di mitigazione preventive ai cantieri con la posa di barriere anti-rumore ed anti-polveri; un parcheggio pubblico per moto, bici e auto con tariffe agevolate a ridosso della nuova stazione all'aeroporto, prevista interrata e collocata vicino alla darsena. La stazione deve avere un percorso ciclopedonale con il centro di Tessera. Si richiede che la nuova viabilità principale tenga conto del Quadrante di Tessera, con stadio, hotel, negozi, non coinvolgendo l'area nei cantieri, e del bypass di Tessera. E i vari uffici comunali (Lavori pubblici, Ambiente, Urbanistica, Mobilità) chiedono una raffica di precisazioni e dettagli sul progetto. Ampia parte è dedicata alla partita degli espropri, che devono essere ingenti come per il Passante: obiettivo impegnare il governo a garantire tutti i fondi necessari affinché gli indennizzi abbiano carattere «compensativo, reintegrativo e pienamente satisfattorio», si legge, con tutela dei posti di lavoro e della continuità produttiva di aziende come la Berti e la Superbeton. Serve un gruppo di lavoro su valori, indennità e misure compensative. A Comune, Regione e parroco ha scritto nei giorni scorsi Ezio Ordigoni ribadendo la necessità di salvare Dese con una nuova area abitativa su terreni della Ipab Santa Maria della Pietà e lotti pubblici in via Pialoi, per spostare un pezzo di paese. --© RIPRODUZIONE RISERVATA