Altre quattro vittime, i contagi sono 1.229

veneziaPer adesso l'andamento dell'epidemia procede con lentezza e regolarità, ma in salita. Anche ieri si sono registrati quattro decessi che portano a 106 i veneziani morti per coronavirus. Tra le vittime Giuseppina Dittadi di Mira ed Ermenegildo Dei Rossi di Cavallino Treporti, sopravvissuto alla Costa Concordia.Dal 21 febbraio i positivi nel Veneziano sono 1487, inclusi i dimessi e i decessi. Attualmente le persone contagiate sono 1229 di cui 300 ricoverate (52 in Terapia intensiva) e le restanti 929 a casa, mentre calano gli isolati che ora sono 4198, comunque il numero più alto in Veneto. Facendo un rapporto tra casi e abitanti, Venezia è comunque la penultima provincia del Veneto (17,43 casi ogni diecimila abitanti), mentre è la terz'ultima per numero di contagi grazie all' indagine epidemiologica che ha portato all'isolamento attuale di 4.198 persone. Tuttavia non bisogna abbassare la guardia.Dal Ben ieri, nel corso del punto con la stampa, ha detto, a proposito della misura presa da alcune regioni dell'obbligo della mascherina, che prima di tutto c'è bisogno di senso civico, di uscire solo per necessità e di mantenere le distanze: «Va sempre bene avere la mascherina perché protegge gli altri, ma basterebbe rispettare rigorosamente gli accorgimenti dati». Per quanto riguarda i posti letto, il direttore generale ha mostrato la situazione attuale: su un totale di 224 posti letto dell'Usl 3, 138 sono le persone ricoverate, 40 in Terapia Intensiva e 46 a Villa Salus. Per quanto riguarda la Terapia intensiva al 4 aprile, su 101 letti disponibili, 42 erano Covid-19, 21 per altri motivi e 38 liberi (disponibili in caso altri ospedali necessitassero un ricovero). Per quanto riguarda i tavoli quotidiani con i sindacati, sospesi dopo la questione Girotto, Dal Ben ha fatto sapere che verranno ripresi o prima o dopo Pasqua. Dopo Articolo Uno si sono fatti sentire anche i gruppi consiliari comunali della Lista Casson e del Pd. «Siamo l'unica azienda sanitaria che li tiene oltre ai tavoli istituzionali», ha detto Dal Ben, «riprenderemo a condizione che si parli solo di temi aziendali». Intanto Cgil, Uil e Cisl e gli altri sindacati continuano a fare il punto sui problemi del personale: la Cgil ha chiesto alla Regione di fare come la Toscana, ovvero di dare un riconoscimento economico a chi sta lavorando nell'emergenza. Lo stesso la Cisl. «I lavoratori della sanità non sono automi», dice Dario Dei Rossi, «chiediamo il riconoscimento di almeno 60 euro per ogni turno nelle aree Covid e 30 per gli altri reparti». La Uil invece ieri ha sottolineato che domenica è partito il macchinario a Mestre per processare i tamponi con più rapidità, ma ha espresso alcune perplessità sui test rapidi che vengono effettuati come se fossero tamponi e che, secondo il sindacato, non danno la massima attendibilità nel caso di negatività. Lo stesso la Cgil che ha bocciato la modalità che si sta effettuando comunque nella metà delle case di riposo. -- Vera Mantengoli© RIPRODUZIONE RISERVATA