«Difficile sopravvivere senza Greta dobbiamo farlo per nostro nipote»

Francesco MacalusoCAVALLINO. «Non so come si possa sopravvivere a queste tragedie». Poche parole, con la voce rotta dal dolore, quelle pronunciate dal dottor Franco Benedetti, padre di Greta, giovane operatrice socio-sanitaria 24enne residente a Preganziol, scomparsa domenica per un incidente in sella alla sua moto sotto gli occhi del fidanzato che la precedeva di pochi metri in sella a un altro mezzo. Sono distrutti, ancora sotto choc, il dottor Franco e la moglie Silvia, medico e infermiera rianimatori del 118, conosciuti a Montebelluna, a Cavallino-Treporti ed in altre località venete, come "angeli delle emergenze", professionalità preziose nelle ambulanze. Professionisti del soccorso risultati decisivi in tanti per la salvezza di decine di pazienti, ora piegati da un dolore più grande di loro.Il tempo si è fermato dal primo pomeriggio di domenica in casa Benedetti a Dosson di Casier, da quando hanno saputo che Greta non c'è più. In quella casa viveva con loro anche lei fino a tre mesi fa, assieme al figlio di 6 anni, nato quando lei ne aveva solo 18. «Adesso» confessa il papà «viviamo solo per lui». Con i suoi genitori Greta condivideva la passione per l'assistenza verso il prossimo. Aveva lavorato come operatrice socio-sanitaria alla cooperativa Castel Monte di Montebelluna oltre che una breve esperienza lavorativa assistendo gli anziani a Villa delle Magnolie. Il suo obiettivo rimaneva quello di lavorare in prima linea, nelle autoambulanze, come i genitori. «La mamma Silvia è una stimatissima infermiera, e il papà Franco, un medico sensibile e punto di riferimento per i suoi colleghi» raccontano alla Croce Verde di Cavallino-Treporti dove dal 2003 i due coniugi svolgono la libera professione «due persone meravigliose che hanno contribuito a far crescere la nostra associazione sotto il profilo professionale e umano. Hanno dato tanto anche alla nostra comunità, entrando nelle case di Cavallino-Treporti portando aiuto e a volte anche qualche parola di conforto». Anche Greta quando poteva faceva la volontaria nelle ambulanze. Tanto che ha lasciato un doloroso vuoto anche a Cavallino-Treporti, dove prestava servizio nella Croce Verde. «Ciao Greta, vogliamo ricordarti per sempre con quel sorriso che ti incorniciava il viso» le hanno scritto ieri i colleghi in un post «abbiamo avuto il piacere di conoscerti, eri una ragazza innamorata della vita, della tua famiglia e del tuo amato bimbo Pippo a cui ora mancherai. Vogliamo salutarti con questo breve post, che non sostituisce e neanche può racchiudere il dolore che proviamo». Il messaggio è accompagnato da una foto della giovane mamma che la ritrae felice in divisa da volontaria del soccorso alla manifestazione delle Frecce Tricolori a Jesolo. «Siamo sicuri» continua il personale della Croce Verde riferendosi al figlio «che vicino ha due nonni e degli zii meravigliosi. Penseranno loro a proteggerlo proprio come avresti fatto tu. Mancherai ai tuoi genitori, tutta la nostra vicinanza va alla tua famiglia». --© RIPRODUZIONE RISERVATA